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Gol per nessuno


30 Giu , 2020|
| Sport

Mentre zero spettatori esultanti non osservano le partite dalle loro sedie inneggiando i loro idoli, la Serie A prosegue nel suo minitorneo estivo sotto temperature stile USA ‘94, con partite ricche di gol, cooling break e poco altro.

Dobbiamo finirlo questo campionato, si è capito; dobbiamo pagare la nostra marchetta alle televisioni che, altrimenti, tagliano i viveri al nostro calcio, si è capito; dobbiamo dare alle nostre menti assuefatte al “purché mi facciate vedere la partita” la dose quotidiana (perché ormai è quasi quotidiana) di telecronache ricche di entusiasmanti crescendo rossiniani mentre, pigiando il tasto verde, puoi ascoltare finti cori registrati che ti buttano dentro un virtuale stadio pieno (il cinema distopico qui ha trovato il suo trionfo); e allora parliamo di calcio.

Siamo La Fionda e innanzitutto parliamo degli ultimi. Il Brescia, guidato da un Lopez che ha detto che non giocherà alla Zeman per non retrocedere, retrocederà giocando male. Contento lui.

Si fa rimontare due gol da un Genoa boccheggiante ma ricco di centravanti e privo di registi; però Lopez sarà sicuramente contento del modo non zemaniano con cui andrà in serie B, mentre la Spal dello zemaniano Di Biagio non fa meglio. Trasferta quasi impossibile per una squadra non motivatissima come quella estense, schiantata abbastanza nettamente da un Napoli gattusiano, operaio ma non brutto, quasi guttusiano, se mi concedete il gioco di parole.

Il Lecce, ancora fermo a 25 punti, inizia bene a Torino ma continua a prenderne 4 a partita; stavolta però il buon Lucioni avrebbe potuto scegliere un controllo migliore di quello di suola.

Il resto è riassunto da un rigore di Ronaldo (già sentita questa frase), una magia di Dybala (questa pure…) e il ritorno al gol di un Higuain più magro e sorridente. La Juve arriva a + 7… e torna a +4, perché una Lazio non bella e piuttosto fortunata si becca il quindicesimo rigore a favore in campionato su una furbissima caduta di Caicedo, che Fabbri giudicata condizionata da un tocco di Dragowski (che c’è ma successivo al tuffo dell’ecuadoregno). Poi, Luis Alberto. E un’ottima Fiorentina , con un Ribery da 8 in pagella per il gol e le giocate, che perde e resta a 31 punti, in posizione davvero anonima.

31 punti come il Torino, che Longo sta facendo giocare molto male e, oltretutto, è rimasto al palo questa settimana dopo la terribile vittoria contro l’Udinese, raccogliendo 4 volte il pallone a Cagliari contro una squadra rossoblù pimpante, a tratti anche piacevole, con la nota del ritorno al gol di Nainggolann, che è sempre bello da citare, assieme ad alcuni sprazzi di buone trame, oltre alla prestazione di Nandez, giocatore proprio di altra categoria.

Muovendoci un po’ più su in classifica, mentre le questioni societarie rendono il clima della capitale sponda giallorossa ancor più infuocato rispetto a quello di un giugno bollente, una Roma suicida perde a Milano e chiude la porta alla prossima Champions continuando a regalare goal a causa di retropassaggi senza senso, non per luogo comune, ma proprio perché nel contesto tattico del momento non avevano motivi di esistere. Stavolta è Mr. Zappacosta da Sora a lanciare la non azione del Milan che porta Rebic al gol dell’uno a zero. Poi un’altra goffa manovra di Diawara spiana al rigore (netto) che chiude una partita brutta come poche, che di 28 giugno alle 17:15 però proprio non si può giocare.

L’Atalanta ne fa altri 3, stavolta contro un’Udinese mai doma, che non meritava i 0 punti tra Torino e ieri. Ma i bergamaschi sono incredibili, qualche dato: prima nella classifica dei gol fatti (80), prima in quelli dei tiri fatti (414), prima in quella dei tiri in porta (253), prima in quella degli assist (53), ultima in quella delle parate prese (meno di 70) e terza nel possesso palla nella metà campo avversaria (unico dato per me interessante sul possesso palla). Che altro dire? Il controllo di Zapata sul primo gol è un capolavoro e poi Muriel… su Muriel mi viene solo da dire “peccato”. Perchè per quello che sa fare poteva essere tra i grandissimi del mondo. Intanto ci godiamo il suo subentrare determinante con doppietta.

L’Inter, terza, espugna Parma dopo aver subito diverse palle gol costruite da una buona performance emiliana ( e goal esaltante del sempre vivo Gervinho); due difensori ribaltano il risultato garantendo alla squadra di Conte la terza piazza e, per gli amanti dei numeri, continua ad essere la squadra che corre di più della serie A, quella che crossa di più (non proprio benissimo in generale), ma comunque dimostra di saper stare dentro la partita con continuità pur non brillando per lucidità ed estetica calcistica.

Chiudiamo con 2 partite dalla classifica non proprio esaltanti ma con importanti riferimenti emotivi, tecnici e tattici. Sinisa Mihajlovic getta nei guai seri la Samp di Ranieri (brutta, tanto) con un 2 a 1 esterno che denota quanto si diceva nella rubrica precedente: il Bologna corre tanto, bene e sa cosa fare in campo; interessante infatti vedere che, in una modalità tipica del calcio moderno, i 2 giocatori più coinvolti nella fase d’impostazione rossoblu siano i 2 terzini Tomyasu e Dijcks. Poi ci pensano due giovani bravi e completi come Barrow e Orsolini a mettere la Sampdoria in una bruttissima situazione da cui sembrava essere uscita.

L’altro match lo cito perché mi piacciono i 2 allenatori in questione, molto diversi. De Zerbi e Juric, Sassuolo e Verona. La partita finisce 3 a 3, poteva finire 6 a 6 e, a chi dice che le difese erano allegre, rispondo che gli attacchi ridevano molto di più. Tante le situazioni, le contrapposizioni, le mosse e le contromosse che hanno dato vita a una partita bella, divertente e costruita su concetti di proposta e non di mera distruzione. Ma il calcio è bello anche quando un articolo lo chiudi con un nome  e pure un cognome.

Jeremie… e poi Boga, nato a Marsiglia il 3 gennaio del 1997. Da dribblomane con alcuni spunti interessanti sta diventando un attaccante esterno lucido, forte, che segna, fa assist e gioca per la squadra. La fiondata questa settimana la lancia lui.

Di:

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