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Venerdì 17: “fortuna” che c’è il calcio
Scrivo oggi venerdì 17 della giornata 33, finita ieri giovedì 16 alle 23:35.
Gli amanti della cabala potrebbero anche averne abbastanza per mesi e io potrei rimandare con ironia spicciola alla prossima puntata chiedendo ai lettori di giocarsi i numeri in ordine sparso.
E invece… ne dobbiamo mettere un altro di numero, il 37. Come i gol fatti in questa giornata ricca di marcature, alcune bellissime, di conferme tecniche, di modifiche della classifica nella zona alta e di lente ma inesorabili debacle per chi l’anno prossimo si organizzerà per giocare da protagonista il campionato di serie B.
La nostra fionda, di spirito giacobino e rivoluzionario, non può non partire dalla partita del 14 luglio, giornata che vede l’Atalanta distruggere il Brescia proprio come nel 1789 il popolo francese assaltò e prese la Bastiglia e distrusse il regime di Luigi XVI al grido di “liberté, egalitè, fraternitè”. La Bastiglia era una fortezza eretta per difendere la porta orientale di Parigi, ma – come si dice? – se pensi solo a difenderti… ne prendi sei. 6-2 per i bergamaschi che chiudono il set con la tripletta di Pasalic – Robespierre, gol di Maliynowski – Marat, De Roon – Danton e Zapata “terrore”Saint- Just. Torregrossa e Spalek segnano per il Brescia a cui tocca il ruolo di un La Fayette qualsiasi.
La trentatreesima prosegue con un bel pareggio tra Bologna e Napoli, di Manolas e Barrow le marcature ma tante ed interessanti le situazioni tattiche da rivedere. Napoli raggiunto dal Milan al sesto posto. E sono proprio i rossoneri a rimontare e sconfiggere 3 a 1 un Parma parzialmente impegnato, con il circoletto rosso di stampo rinotommasèo sul capolavoro di Franck Kessie. Applausi all’ivoriano.
Deludente e molto il Cagliari di Zenga, da cui mi aspettavo più idee e più spirito internazionale: ne prende tre dall’italianissimo Ranieri, che, come detto sin dalla prima rubrica, l’ha sfangata. Bellissima la doppietta di Bonazzoli e il gol dell’uno a zero di un Manolo Gabbiadini in grande spolvero. La Samp ormai è vicinissima alla salvezza; da un Cagliari con Rog, Nandez, Naingollan, Joao Pedro e molti altri, onestamente, mi sarei aspettato qualcosa in più.
Beppe Iachini porta in cascina 3 punti che lasceranno la viola in A e che lanciano la volata alla sfida finale tra Lecce e Genoa per la terza retrocessione in B. I giallorossi di Liverani sembrano aver esaurito le forze dopo la bella vittoria contro la Lazio: goal di Chiesa (assist di Cutrone), grande punizione di Ghezzal e gol ancora di Cutrone, risvegliato dal torpore degli ultimi mesi.
Terza vittoria consecutiva per la Roma di Fonseca che ora celebra la difesa a 3 come manna dal cielo, ma che dovrebbe ringraziare il ritmo gara di giocatori come Spinazzola e Veretout oltre che le giocate di Dzeko tornato ad altissimi livelli; sempre ottimo il Verona di Juric, difficilissimo da affrontare e con un secondo tempo di alto livello. Rigore di Veretout, testata di Dzeko e gran colpo di tacco di Pessina per gli scaligeri.
Divertendoci ancora con il gioco della diacronia, il 15 luglio del ‘38 il governo fascista pubblica quel capolavoro di credibilità scientifica chiamato “Il fascismo e i problemi della razza”, grottesco e malato tentativo di giustificare le successive leggi razziali, mentre lo stesso giorno, ma del 1975, si svolge il rendez-vous spaziale tra la navicella sovietica Soyuz e quella americana Apollo. Sulla terra andavano peggio le cose tra le due potenze. Nel nostro calcio invece il 15 luglio scorso il rendez-vous c’è stato al Mapei Stadium di Reggio Emilia tra due squadre così diverse nel passato, presente e futuro. Alla fine come USA e URSS. Il Sassuolo dà una bella lezione ad una Juventus sempre più vicina allo scudetto, ma con tanti dubbi su un’idea tattica sarriana poco visibile se non nel gol di Higuain, quello del 2 a 0. Il Sassuolo, sotto di due (di Danilo l’uno a zero), se ne infischia e comincia a palleggiare, giocare, verticalizzare e rimonta con i gol di Djuricic (altro giocatore totale), una punizione di Berardi e l’ennesima zampata di Caputo. Alex Sandro garantisce un punto alla Juve e fissa il risultato sul 3 a 3, ma la vittoria ai punti del Sassuolo è totale: bravissimi i neroverdi a non perdere mai l’identità tattica mettendo in scacco gli svogliati giocatori bianconeri, che per avere un’identità tattica non sembrano strapparsi i capelli. C’è molto da rivedere e capire, perché per vincere in Italia alla Juve serve pochissimo, mentre da Sarri sicuramente ci si aspettava qualcosa di più: magari non l’Empoli o il Napoli, ma sicuramente concetti diversi, visti davvero poco.
Bugiardo lo zero a zero della Dacia Arena: Udinese e Lazio se la giocano (ognuno con le proprie possibilità) e, alla fine, potevano vincerla entrambi. Lazio in crescita rispetto alle ultime uscite (meglio la fase difensiva, in primis), mentre l’Udinese fa il suo per bene. De Paul al 93’ per poco non fa uno scherzetto perfido agli undici di Inzaghi, ora scivolata al quarto posto.
Eventi clamorosi nel 16 luglio di qualche anno fa: nel 1922 il Vado vince la prima Coppa Italia della storia mentre nel 1950 l’Uruguay con i gol di Schiaffino e Ghiggia, contro ogni pronostico, batte un fantastico Brasile e vince il suo secondo mondiale creando il mito del Maracanazo. 70 anni esatti dopo quella mitologica finale, il Torino batte il Genoa tenendosi una serie A giocata veramente male e gettando i grifoni più vecchi d’Italia nel dramma della prossima sfida salvezza contro il Lecce. L’Internazionale Milano (teniamo un profilo antico), 98 anni dopo la vittoria del Vado, ne fa 4 a Ferrara contro la SPAL già con la testa in vacanza, continuando a mandare in gol esterni e centrocampisti e dimostrando di aver buttato al vento punti che avrebbero potuto regalare al biscione milanese una fattibile lotta scudetto, vista una Juve non esattamente schiacciasassi.
Per la fionda di stasera, esco dagli schemi calcistici e la faccio lanciare ad un nato il 17 luglio 1932, il grande fumettista Joaquin Lavado, in arte Quino, inventore di Mafalda e del suo mondo, la piccola grande bambina che si interroga su tutto, si preoccupa della guerra e della fame nel mondo: invenzione geniale che riassume con la vita di bambini i caratteri di noi tutti. Come una squadra di calcio disegnata e fatta giocare su un campo in cui ognuno fa divinamente bene il suo, Manolito dietro le punte lo vedrei bene….
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