Abbiamo finito con una raffica di meteoriti e abbiamo ricominciato con un’altra. Tripletta di partite per questo inizio di 2021 che ci vede combattere ancora con il Virus in attesa di un vaccino che è riuscito, incredibilmente, a dividere gli italiani tra sì vax e no vax… diciamo dividendo tra persone normali e da rinchiudere. Mentre il congresso USA vive il momento più assurdo della sua democrazia (dichiarata) e proprio mentre sto scrivendo Renzi ritira i ministri aprendo una potenziale crisi di governo anche dalle nostre parti; la Francia sta per anticipare il coprifuoco alle 18, la BREXIT tiene con un piede e trequarti i britannici fuori dal mondo Europa, mentre la Germania si tiene stretta un numero di vaccini proporzionalmente oversize. Insomma… il motto ‘proletari uniti di tutto il mondo’ sembra difficile a realizzarsi.
Nel frattempo i gol della nostra serie A continuano a fioccare, il fattore campo con gli stadi vuoti è praticamente annullato e le partite, che le immagino come da bambino quando ruotavo la palla con la neve e la guardavo cadere assuefatto e consapevole della realtà nella finzione, tengono un ritmo incalzante.
Si procederà seguendo la classifica attuale, così da poter analizzare com’è stato l’inizio del 2021 per le 20 squadre della nostra serie A, ed inserendo (e per questo ringrazio l’amico e collega Marco Canestro) alcuni dati interessanti sulla qualità del gioco proposta, accendendo il focus su passaggi chiave* e sulla proposta offensiva nella trequarti avversaria. Insomma, diamo un po’ i numeri.
Milan, 40 punti. La banda di Pioli non sbanda. Orrendo il modo di iniziare questo commento, ma non così lontano dalla realtà; sono Kessie e Leao i mattatori del gennaio rossonero; il rigorista ivoriano e l’attaccante portoghese puntellano le vittorie di Benevento e contro il Torino; nel mezzo, la prima sconfitta del campionato del diavolo. Passa la Juventus a San Siro in una gara equilibrata e spezzata da giocate magistrali come quella di Chiesa – Dybala sul primo gol. La vetta non è ancora in discussione, e la tenuta mentale sembra, in attesa del ritorno di Ibra, ancora solida.
Nessun milanista tra i primi 13 giocatori che hanno effettuato il maggion numero di passaggi chiave, e solo sesta a livello globale la squadra di Pioli. Addirittura dodicesima per numeri di passaggi riusciti nella trequarti avversaria con Calabria (undicesimo a livello individuale) il migliore in questa specialità (129 esecuzioni). Dati che dimostrano quanto l’efficacia, il cinismo e la pragmaticità stiano pagando al massimo in una squadra lineare, semplice e clamorosamente diretta.
Inter, 37 punti. Il 6 a 2 contro il Crotone sembrava dovesse lanciare l’Inter alla doppia sfida di Roma e poi contro la Juventus con il vento in poppa; invece la classica “prova del nove – intesa come vittoria consecutiva” viene fallita a Genova in una partita in cui Ranieri incarta Conte e la sua dozzina di milioni di euro annui e si porta a casa 3 punti con 3 tiri e 2 gol. Doppio ex e doppio gol per Candreva e Keita, a nulla serve l’ennesimo gol di testa neroazzurro con De Vrij. La trasferta di Roma così diventa un’incognita e il 2 a 2 finale (con rimonta fatta e subita) certifica che Hakimi e Lukaku sono giocatori superiori e che da calcio d’angolo l’Inter pul far male sempre (stavolta Skriniar in gol).
Prima nel numero di passaggi chiave (ben 103) e con ben Barella e Hakimi al quarto posto con 14; facile visualizzare la giocata che dall’esterno questi 2 giocatori provano ripetutamente con un passaggio addosso a Lukaku, con il gigante belga a trattare la palla e far salire la squadra. Se si tratta invece di palleggio nella trequarti offensiva, ecco che l’Inter al sesto posto con Brozovic solo sesto nella classifica dei passaggi riusciti in quella zona di campo (146). Avere questi numeri e osservare la prossima partita ci aiuta a darci risposte sulla proposta offensiva della squadra di Conte.
Roma, 34 punti. Contro ogni pronostico, contro i preconcetti iniziali e quella spocchia italiota contro i tecnici stranieri (Mourinho venne tollerato solo perché vinse la Champions con il Porto), la Roma prosegue la sua marcia battendo la Samp in un pantano grazie ad un guizzo di un non troppo guizzante Dzeko, espugna facilmente Crotone portando in copertina il Dzeko di riserva, quel Borja Mayoral pronto a sfruttare lo spazio che Fonseca gli sta dando al meglio, e poi, in una gara da montagne russe, pareggia contro l’Inter dominandola il primo tempo, venendo schiacciata per quasi mezzora della ripresa e trovando il coraggio, con un Mancini tornato difensore goleador, di riprendere la partita a pochi minuti dalla fine. Ora il derby ci dirà qualcosa in più di questa squadra che gioca bene e sorretta da giocatori importanti e da un impianto di gioco italo-sostenibile.
Terza nella classifica dei “key-pass” e con un Mkhytarian secondo in quella individuale (17 riusciti), il gioco della Roma si sviluppa molto nella ricerca dei corridoi tra le linee avversarie, alla ricerca di quegli spazi per poter far combinare i suoi giocatori di qualità. Che sia ottava per passaggi fatti nella trequarti offensiva (909) e che non abbia nessuno tra i primi 13 è ancora più comprensibile; in quella zona la Roma va in verticale o aggira sui quinti, non cerca un palleggio ripetuto.
Juventus, 33 punti (una partita in meno): risale la Juve di Pirlo, con prestazioni non sempre convincenti ma con una crescita di alcuni giocatori determinanti e che in Serie A fanno la differenza. Il 4 a 1 all’Udinese è netto, convincente come detto la vittoria esterna di Milano per 3 a 1 e fondamentale, ma non meritatissima, quella in casa contro un Sassuolo in 10 per più di un tempo. Chiesa sembra sboccare, Dybala entrare più nel vivo e, con Ronaldo che pure quando gioca male comunque segna, la Juve aspetta che lissù si cominci a mollare per tornare dove è abituata.
Nessuno juventino nei primi 13 giocatori di serie A in classifica per Key-pass e Juve quinta in quella di squadra (73); una squadra dedita molto agli uno contro uno più che alle imbucate (non ha poi mediani specifici in questo), mentre terza nel palleggio offensivo con Danilo (vediamo come trova da terzino destro una posizione di libertà nel giocare alto palloni di costruzione) numero 2 di tutta la serie A per passaggi in zona offensiva riusciti (ben 172).
Napoli, 31 punti (una partita in meno): Gattuso e i suoi chi sono? Quelli che distruggono il Cagliari in Sardegna per 4 a 1? Quelli che perdono in casa contro uno Spezia in 10? O quelli che lottando fin o all’ultimo pallone riescono a strappare 3 punti ad Udine con un gol di Bakayoko al 90’? Difficile fino a questo punto dirlo; la rosa, come già detto, è di primo livello e, nonostante la scomparsa di Oshimen e di Mertens, gli azzurri mettono comunque in campo una squadra importante. Il recupero con la Juve sarà decisivo per vedere, alla fine del girone d’andata, cosa potrà essere il Napoli di questa stagione.
76 passaggi chiave e quarto posto di squadra per il Napoli (ci si aspettano i vari Ruiz, Insigne e lo stesso Koulibaly sono specialisti della visualizzazione di corridoi da oltrepassare), mentre sbuca in tredicesima posizione nazionale il miglior napoletano: Di Lorenzo, con 12 keypass. Semplice prevedere con i tanti palleggiatori offensivi che il Napoli possa essere in testa per passaggi in zona offensiva (ben 1057 riusciti) e ben 2 giocatori (Di Lorenzo e Ruiz) tra i primi 13 calciatori di serie A.
Atalanta, 31 punti (una partita in meno): corre la Dea… a quando corre così, non ti resta che raccogliere i palloni in fondo alla rete. 5 al Sassuolo, 3 al Parma, 4 al Benevento. Non risparmia nessuno la rockband orobica, senza Gomez ma con un Ilicic artista di questo sport. Compatti, veloci e pieni di iniziative rendono la partita un crescendo costante, possono subire occasioni e gol, ma poi, nel ritornello, alla fine sai che il goal arriva, con cori e chitarre elettriche. Concentrati solo sul campionato, l’Atalanta corre con Gasperini front man.
Ilicic con sole 10 partite è terzo da solo con 15 k-pass riusciti, lo immaginiamo molto più su tra un paio di mesi, mentre l’Atalante nel suo complesso segue l’Inter con 91 globali. Imbucate, continue per cercare le sponde di Zapata e le combinazioni con gli inserimenti a conclusione di un quinto o di un trequarti; terza con 1032 passaggi nella trequarti offensiva e terzo anche il macinatore di chilometri De Roon a livello individuale, con un crescendo anche in questa specifica caratteristica che, negli anni precedenti, era nettamente superata dalla volontà di una più veloce e diretta verticalità.
Sassuolo, 29 punti: il gruppo rodato di De Zerbi perde i due big match in maniera sonora (nettamente con l’Atalanta, in inferiorità numerica contro la Juve) e riesce, grazie al bomber di riserva Raspadori, a prendersi i 3 punti contro un battagliero Genoa. Non sarà il Sassuolo delle prime giornate, ma anche a Torino contro la Juve ha dimostrato di saper giocare con quella personalità che, volente o nolente, la sta portando a chiudere il girone d’andata da protagonista.
Numeri da protagonista anche nelle nostre speciali classifiche; 14 passaggi chiave per Berardi (4°) dei 54 generali che tengono il Sassuolo al nono posto, figlia di un possesso anche orizzontale ma costante; quinta per passaggi nella metà campo offensiva (1009), ma con il leader indiscusso della nostra Serie A in questa specialità, Locatelli con 239 ed anche il difensore centrale Ferrari che nel giro palla offensivo ben 144 volte ha trasmesso correttamente a un compagno.
Lazio, 28 punti: risale la Lazio senza gli impegni di coppa; dopo un pareggio molto strano a Genova (primo tempo dominato e crollo nella ripresa), batte la Fiorentina (con rischio finale) e un Parma rattoppato accorciando sulla zona alta. Sembra una squadra parzialmente ritrovata, con Immobile infallibile e i due maghi Luis Alberto e Milinkovic pronti a creare calcio, ma dall’altra parte la sensazione di non fidardi troppo rimane, il derby di venerdì di dirà qualcosa di più mentre la rosa, almeno nella sua globalità, ha decisamente fatto capire di non essere tutta all’altezza.
A centro classifica la Lazio per passaggi chiave (54) e nessun giocatore tra i primi 15 migliori per specialità; l’aggiramento in ampiezza per trovare Lui Alberto in rifinitura effettivamente dà senso a questa classifica per una squadra che imbuca poco dentro, e cerca degli scambi negli ultimi 20 metri con la sua qualità. Questo palleggio (spesso in ampiezza con il coinvolgimento di Acerbi) porta la Lazio ad essere invece seconda per passaggi nella ¾ avversaria; 1051 tocchi riusciti e, ovviamente Luis Alberto nella top five dei “passatori” offensivi con 163 tocchi riusciti.
Hellas Verona, 27 punti: agganciata alle squadre più forti (anche economicamente) della nostra serie A ci sta il Verona di Juric (che sa quello che ha in mano, lo diremo sempre), che sta diventando uno di quei problemi grossi quando ti tocca affrontarla. Squadra tosta, organizzata, aggressiva, contro la quale bisogna correre tanto sapendo che potrebbe anche non bastare. 7 punti nelle ultime 3; vittorie a La Spezia ed in casa contro il Crotone, e pareggio esterno a Torino impreziosito dal gioiello di Di Marco.
Proprio l’esterno mancino è ottavo in classifica con ben 13 passaggi chiave, mentre in generale il Verona galleggia nella seconda parte della classifica a squadre per keypass; dodicesima di squadra invece per passaggi nella trequarti avversaria, caratteristica non peculiare per gli attacchi di Juric, molto diretti e meno palleggiati quando si può andare subito “dentro”, come si dice in gergo.
Benevento, 21 punti: la serie A2, staccata 6 punti dalla “A1” vede in testa il Benevento, che prende 3 punti in 3 partite vincendo a Cagliari ma perdendo in casa contro Milan (ottima prestazione) e contro l’Atalanta (venendo schiantati); per ora la banda di Inzaghi sta facendo il giusto campionato, vincendo le giuste partite. Nulla da eccepire, se non che nel mercato di gennaio servirà un attaccante più “pesante” di Lapadula che si spacca in quattro ma segna troppo poco.
Il centrocampo a 3 dei sanniti portano il Benevento ad una posizione centrale di squadra per passaggi chiave; non avendo un punto di riferimento centrale in attacco su cui poter alzare il pallone, la manovra alla ricerca di corridoi interni è piuttosto visibile; ovviamente i 123 passaggi nella ¾ offensiva di Schiatterella sono quasi scontati, giocatore cardine nella proposta di qualità dei giallorossi campani.
Sampdoria, 20 punti: Ranieri fa sudare la Roma nel pantano dell’Olimpico ma esce giustamente sconfitto; poi i blucerchiati battono in casa un’Inter presuntuosa e fuori partita, ma rovinano quanto fatto di buono venendo sconfitti, seppur da un ottimo Spezia, in un “nuove derby regionale”. Non ci sono ancora quei sentori di tranquillo campionato per la squadra di proprietà di Ferrero, ma il Marassi sta diventando quel campo “difficile” che serve per raggiungere la serena permanenza nella massima serie. Candreva uomo del momento, mentre Keita sembra aver deciso di tornare ad essere un giocatore dai grandi mezzi.
La Samp non è nei primi 13 posti in nessuna delle 4 classifiche che stiamo analizzando, nulla di strano. Mister Ranieri lavora su altri concetti, forse meno “moderni”, ma sicuramente efficaci e probabilmente anche più immediati da assimilare.
Fiorentina, 18 punti: la sconfitta di Roma contro la Lazio (con tentativo di rimonta) in mezzo ad un pareggio con il Bologna (bruttino) ed una fondamentale vittoria contro il Cagliari; Prandelli sta provando a portare, con la sua pacatezza, la Fiorentina fuori dal pantano e sembra che, con concetti semplice e senza inventare formule strane, ci stia riuscendo. Vlahovic ha più responsabilità mentre dietro si sente un equilibrio nuovo.
Ribery in 12° dodicesima posizione per passaggi chiave e squadra che risale a metà classifica di specialità sono un sollievo per il calcio in generale; risale anche nel possesso offensivo al settimo posto con una ricerca più qualitativa di “tenere” la partita in mano in zone pericolose.
Bologna, 17 punti: dispiace vedere il Bologna in queste posizioni di classifica; la vittoria manca dalla nona giornata, i gol vengono quasi esclusivamente da difensori e centrocampisti e la sensazione di una fragilità difensiva imperante dilaga. Devono stare attenti i rossoblu emiliani, la lotta per la salvezza (Crotone a parte, per ora) sarà durissima quest’anno, e fare pochi punti in casa è un rischio enorme. Doppio pareggio con Udinese e Fiorentina e poi bruttissima sconfitta in casa del Genoa nelle ultime 3.
14 keypass per il migior giocatore (con Tomyiasu) del Bologna e 4° posizione in classifica, Soriano rappresenta un’arma e una grossa speranza per gli emiliani. E’ proprio il giapponese invece che, con il suo accompagnare da dietro l’azione è dodicesimo con 129 passaggi riusciti nella zona difensiva avversaria. Di squadra, come detto, invece il Bologna deve migliorare e molto, ma non solo per stare nelle nostre statistiche.
Spezia, 17 punti: 6 punti nelle ultime 3, Stadio Maradona espugnato in 10 e poi fondamentale vittoria contro la Samp; bravissimo lo Spezia di Italiano che dopo un periodo così così tira fuori gioco, artigli e Pobega per risalire la china. Nzola dal dischetto cecchino e addirittura torna al gol capitan Terzi, che non timbrava il cartellino dal 2013 con la maglia del Siena.
Entra nella top ten del possesso palleggiato nella ¾ offensiva sia la squadra con 901 passaggi riusciti che il suo regista titolare – Ricci – decimo con 131 trasmissioni portate a termine. Molto del gioco di Italiano passa dalle verticalizzazioni e dai lavori delle 2 catene esterne, collegate proprio dal raccordo del centrocampista ex Roma.
Udinese, 16 punti (una partita in meno): un solo punto in 3 partite per Gotti e i suoi proseguono in un canale di negatività generale che sta accompagnando De Paul e i suoi scarsi compagni. Gli obiettivi, molto probabilmente, saranno mantenuti ma oggi l’Udinese viene affrontata con molta meno preoccupazione di quando batteva la Lazio all’Olimpico. La pochezza offensiva è ormai conclamata e, soprattutto contro le grandi, la scelta di un pressing molto difensivo si sta rivelando un boomerang con gli avversari molto propensi all’arrembaggio dentro l’area friulana.
De Paul fa un campionato a sé; primo nei passaggi chiave (22, il secondo è a 17); sesto nei passaggi in zona offensiva (con la squadra nel globale 16°); l’argentino dimostra una qualità da campione, accompagnato da poca qualità intorno riesce a legare il gioco bianconero in una posizione da mezzala consona e di prospettiva.
Cagliari, 14 punti: continua il tracollo del Cagliari che, al netto di una rosa valida, sta deludendo (ancora una volta) le attese. Di Francesco non sembra aver trovato l’alchimia di gruppo, che sembra slegato e poco convinto di sé. Il progetto tattico cambia ripetutamente non riuscendo a dare né garanzie di punti (che cominciano a servire) né proposte interessanti da vedere. Tre sconfitte brutte nelle ultime tre e, senza Joao Pedro, una pochezza offensiva da far preoccupare.
In questo caso non è un strano che né alcun giocatore del Cagliari né la squadra nella sua totalità non sia in nessuna delle classifiche che stiamo analizzando; troppo poco si vede in campo per poter rappresentare un dato di continuità.
Genoa, 14 punti: Davide Ballardini, definito simpatico come un notaio lituano, sta riuscendo a trovare la quadra. 4 punti in cascina per i grifoni che battono il Bologna in una partita fondamentale ma sopratutto pareggiano contro la Lazio (rischiando di vincerla) e vengono sopraffatti dal Sassuolo solo nel finale; l’allenatore ravennate, con semplice rigidità e qualche spostamento tattico (Radovanovic centrale difensivo) e la promozione di Shomurodov e Destro a coppia d’attacco titolare è riuscito a rendere il Genoa meno perforabile e più quadrato, soprattutto nelle ripartenze. La salvezza non sarà uno scherzo, ma almeno non lo è neanche la squadra nella sua totalità.
Non c’è traccia del grifone nelle nostre classifiche, ora è il momento del pragmatismo e difficilmente vedremo numeri “statistici” da capogiro.
Parma, 12 punti: Liverani non c’è più e, come prevedibile l’illuminante intellighenzia dei manager italiani tornano con piacere all’indietro prendendo l’usato sicuro, che ha fatto un gran bene in Emilia, ma come spesso capita con i “cavalli di ritorno”, rischia di essere bruciato presto. Il problema che oltre a Liverani sembra non esserci più nemmeno il Parma. Tre sconfitte senza storia, tante assenze in difesa come alibi, ma una squadra che deve prestissimo ritrovarsi come gruppo perché ha un’anima debole in un campionato spaccato in 2, nel quale si fanno punti con difficoltà se non con le dirette avversarie di “obiettivo”.
Poco da dire sull’assenza di individui e gruppo squadra “Parma” nelle nostre analisi “di settore”.
Torino, 12 punti: vittoria a Parma, pareggio a Verona e sconfitta con il Milan ci possono stare. Gianpaolo, stracciate le vesti di professore di un calcio non producibile con la rosa a disposizione, sta facendo di necessità virtù portando qualche punto al Toro. Importantissimo sfruttare ora la forma di Syngo (tra i migliori sempre), di un Izzo tornato solido e un Belotti che segna un po’ meno ma che è l’anima di una squadra con poca qualità tecnica, ma con una struttura dinamica che può fargli recuperare posizioni.
Crotone, 9 punti: lì eravamo, lì ci siamo fermati. Se Stroppa dovesse riuscire a salvare… scrissi nell’ultima rubrica, da quel momento il Crotone ne ha presi 6 dall’Inter, 3 dalla Roma (bis) e, con una partita orgogliosa, ha perso comunque anche a Verona. Difficile, troppo forse pensare che gli undici titolari di Stroppa possano giocare 38 partite ad un livello davvero superiori alle loro qualità; ci si prova con un gioco collettivo gradevole, ma anche con ampie praterie che si aprono al primo errore tecnico, che non è così raro.
Ovviamente neanche l’ombra di Crotone o crotonesi nelle classifiche settoriali; troppa poca qualità generale e tante difficoltà d’impostazione e di palleggio, Messias Jr. escluso.
Insomma, torneremo alla normalità? Chi se la ricorda? Quella delle partite da andare allo stadio, delle domeniche che se non stai a casa te la vedi in giro, o più semplicemente al ristorante di sabato sera con il tavolo prenotato sotto la TV. Torneremo, probabilmente. Nel frattempo, mentre i governi tribolano e i vaccini cercano di farsi largo nel nostro mondo pandemico, buon 2021, che sia di buona vita e buon calcio.
* Passaggio chiave: un passaggio “riuscito” che supera, con una traiettoria non orizzontale, almeno una linea di pressione avversaria composta da almeno 2 giocatori.
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