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SanPa: una sana seduta di ginnastica mentale per progressisti e libertari


7 Feb , 2021|
| 2021 | Recensioni

Tra i tanti commenti al documentario SanPa è sfuggito un aspetto estremamente centrale. Si dice che il metodo di Muccioli abbia mostrato sin dall’inizio evidenti contraddizioni: da un lato c’è l’idea di curare il tossicodipendente tramite l’abbraccio comunitario, dall’altro c’è l’uso di metodi punitivi e degradanti nei momenti di contenzione. Ebbene, credo che non ci sia necessariamente una contraddizione tra questi aspetti, se li si guarda all’interno dell’architettura specifica del metodo di Muccioli.

Mi riferisco al caso della Piccionaia, al fatto cioè che spesso gli ospiti in crisi d’astinenza non venissero posti sotto contenzione in ambienti puliti e vivibili, ma in luoghi angusti, sporchi, pericolosi e sostanzialmente sottoposti ad un trattamento degradante. Ma siamo sicuri che questa scelta sia figlia di una contraddizione nel metodo e nella persona di Muccioli, ovvero una prima manifestazione dello scivolamento di una maschera bonaria che nel corso della storia della comunità ha via via lasciato intravedere il volto di una belva?

Non penso. L’input mi è arrivato dal racconto di uno degli ospiti, il quale narra come la notte trascorsa in Piccionaia sia stato il momento in cui ha visualizzato per la prima volta il profondo desiderio di smettere di farsi e di cominciare a prendersi cura di sè e della propria meschinità. In questo senso, mi viene da chiedermi se la degradazione e l’umiliazione non siano finalizzati a portare l’individuo a gettarsi senza alcun tipo di remora o freno tra le braccia della comunità. Quanto più piccolo è l’individuo, quanto più si abbattono le sue difese e il suo ego, tanto più grande e potente appare la comunità ed il suo leader carismatico. Credo che la storia di San Partignano sia la storia di uno dei tanti casi in cui si è giocato col Leviatano. Senza una struttura di legittimazione ed organizzazione moderna, ovvero senza saperi specialistici, senza organizzazione democratica e senza burocrazia, in sintesi senza il potere legale-razionale il Leviatano non può che reggersi sul potere carismatico o sulla tradizione. Quelli che si sono visti sono i rischi che si corre ogni qual volta il carisma non ha contrappesi legali-razionali. Paradossalmente, è uno degli esiti possibili ed estremamente diffusi della stagione di protesta che ha preceduto l’epoca delle dipendenze: i movimenti degli anni ’60-’70, progressisti e libertari, hanno lungamente lottato contro la logica del potere legale-razionale. Quelle sezioni dei movimenti che hanno percorso la strada che dall’opposizione al potere legale-razionale dello stato porta alla spiritualità e all’abbraccio del carisma, hanno dato vita all’esplosione di sette e culti che è avvenuta tra gli anni 70’ e 90’. San Patrignano, per certi versi è, in una maniera contorta e spuria, uno degli esiti possibili dell’ascesa dei movimenti libertari.

Questo non giustifica in alcun modo il comportamento di Muccioli e l’utilizzo di queste forme di degradazione. Ma cambia il focus del problema. Il problema non è che la violenza NON funziona o è una deviazione. Il problema è COME funziona la violenza. La violenza può restituire un individuo alla comunità e sottrarlo all’anomia. E’ evidente. Come sarebbe spiegabile altrimenti il fascismo, che dal caos della prima guerra mondiale ha saputo creare società e personalità stabilizzate fino all’ossificazione? Ma come ci ricorda Polanyi, il fascismo non era l’unica risposta possibile alla crisi: era semmai una risposta, vincente e funzionale agli interessi dominanti, ma una sola delle possibili risposte. Alla stessa maniera, il metodo Muccioli non dev’essere ridotto alla psicologia del suo inventore, né necessariamente contestato nella sua capacità di funzionare; se lo eleviamo al rango di metodo, lo vediamo nella sua coerenza e quindi di conseguenza ne cogliamo da un lato le implicazioni e dall’altro i limiti, ovvero le possibilità alternative. Le implicazioni riguardano i crimini commessi e il tipo di individuo che si viene a produrre attraverso quel metodo: cosa vuol dire guarire attraverso quel tipo di percorso? Che individui vengono fuori da quel processo? Non credo sia un caso che Muccioli abbia dato una pistola in mano proprio all’ex fascista Delogu.

Se si vede il metodo Muccioli come un metodo, appunto, si coglie il fatto che esso ha una sua logica interna, ma non è “tutto”. Esso coglie degli aspetti e stabilisce dei meccanismi. E’ una risposta specifica ad un problema più grande, come lo sono tutti i metodi e i problemi. Si possono e si sono tentati modi diversi: anche accettando l’idea della contenzione, si usa ormai la contenzione non degradante. Chiaramente, senza la degradazione bisogna trovare altri modi per far si che l’individuo accetti di gettarsi tra le braccia della comunità. Ma è assolutamente possibile ed è stato fatto, e lo si deve fare.

Per chiudere con una battuta, se vediamo la questione attraverso la metafora della crisi del primo dopoguerra, è facile riconoscere che Muccioli non era Gramsci. Muccioli rappresenta una forma moderna e specificissima di fascismo. Ma il fatto che il fascismo abbia vinto e funzionato una volta vuol dire che era l’unica alternativa possibile? La storia degli ultimi ottant’anni è qui a dimostrarci che così non è, che l’alternativa c’è sempre stata ed è sempre stata pensabile e praticabile.

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