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Dobbiamo tifare per gli USA più che per noi stessi


27 Mar , 2021|
| 2021 | Sassi nello stagno

Sembrerebbe del tutto insensato se non fosse tristemente vero, il fatto che più che tifare e sperare in un successo europeo, ci convenga sperare in un successo americano.

Si, proprio quegli Stati Uniti, dai quali molto spesso sentiamo di doverci difendere, quelli col Dollaro da scalzare grazie al nostro Eurone, quelli che fino a pochi giorni fa avevano il triste epiteto di “sovranisti” guidati dal folle Trump, come se il termine avesse senso di essere definito come un’offesa, un insulto, e come se fare l’interesse del proprio paese fosse degno di essere tacciato in senso dispregiativo in quest’epoca di globalismo senza più valori.

La realtà dei fatti in campo strettamente economico, e a breve vi porterò evidenze di ciò, è che gli Stati Uniti d’America guidati da Joe Biden, uomo dalle mille ombre, stanno facendo indirettamente più per noi (Italiani ed Europei tutti) spinti da un loro puramente egoistico interesse, ci tengo a sottolinearlo, di quanto non stia facendo la nostra mamma-Europa.

Come se non bastasse dobbiamo sperare e augurarci con tutto il cuore che tutto ciò prosegua anche in futuro, piuttosto che terminare nel nostro classico baratro oscurantista europeo.

Biden, che oltre a fare dichiarazioni insensate appellando in maniere poco edificanti suoi colleghi ben più stimati e mettere a rischio gli equilibri internazionali e scambiare con naturalezza la sua vice per il presidente in carica del paese più potente al mondo (ovvero con se stesso), segue una rubrica di politica economica mirata esclusivamente a preservare gli interessi nazionali, in perfetta continuità col suo predecessore, nulla di male in tutto ciò a nostro avviso.

Se Trump durante i mesi più caldi della pandemia aveva già varato una serie più che consistente di aiuti finanziari al mondo delle imprese e delle famiglie con una sorta di elicopter-drop – termine che al di qua dell’Atlantico purtroppo non abbiamo mai neppure sentito nominare –  che ha permesso addirittura di registrare un +7% di redditi per le famiglie e un + 6% di consumi durante il corso del 2020, nonostante ci fossero ampi settori in fermo biologico causa Covid, il  maxi-piano di aiuti all’economia firmato Biden, lo stimolo fiscale epocale di 1900 miliardi di Dollari (in deficit sia chiaro) nel corso di questo solo anno finalizzato a rilanciare consumi e investimenti, garantirà al Resto del Mondo una crescita positiva di circa l’1%, che per l’Euro-Zona consta di circa un +0,5% del PIL (fonte OCSE), il tutto grazie soprattutto all’enorme propensione all’importazione da parte delle imprese e dei cittadini statunitensi*.

Noi, grazie alla nostra mamma democraticamente nominata chiamata Commissione Europea e alla zietta benevola BCE dovremo accontentarci dello stimolo (detto “epocale” quanto ridicolo) del Recovery Fund, Recovery Plan, Next Generation EU, o come diavolo si chiama, che comprende risorse nette per un totale di soli 750 Miliardi di Euro, da spendere nel corso dei prossimi 6 anni e da dividere per tutti i 27 paesi europei, ovvero un tredicesimo delle risorse complessive di quelle impiegate dagli Stati Uniti.

Nel vecchio continente, la solita cantilena sul rischio di spirali inflattive corredate alle manovre in deficit, e non importa se ragazzetti della prima ora insigniti di premi Nobel come Krugman, Stiglitz, smentiscono tutto ciò giorno dopo giorno, mentre noi abbiamo i teorici dell’austerità espansiva (vedi Giavazzi) nei posti di comando.

D’altra parte dobbiamo pregare che Biden e gli USA continuino così, e che in modo indiretto ci diano quelle boccatine di ossigeno che non riceveremo certo dalle nostre istituzioni.

In soldoni “per assurdo ci è più conveniente ciò che l’America fa per se stessa di ciò che l’UE fa per noi”, dal momento che a vedere le stesse stime UE sull’impatto di crescita auspicato nel prossimo decennio, si notano tassi medi di crescita per tutto il continente pari a circa l’1,5% annuo, e considerato che solo nel 2020 noi in quanto Italia abbiamo perso il 9% del prodotto interno lordo, non ci sembra un grande risultato, e produrrà nulla più che un’ulteriore divergenza tra i sentieri di sviluppo USA-UE (grafico qui a seguire).

Dobbiamo tifare per gli USA più che per noi stessi

*Piccolo approfondimento sul perché gli USA sono grandi importatori e hanno una bilancia commerciale in pieno disavanzo:

Come tutte le economie occidentali e sviluppate anche gli USA hanno permesso alle proprie aziende di sfruttare i “vantaggi comparati” già ben descritti da Ricardo due secoli fa, acquistando, importando, delocalizzando tutto ciò di cui avevano bisogno dai paesi emergenti, in primis Cina e India, in origine le imprese americane hanno giovato di ciò, importando merce a basso costo e ottenendo lauti profitti dal solo commercio degli stessi, i consumatori allo stesso modo hanno giovato di tanta abbondanza a basso costo; oggi l’America, l’economia più sviluppata al mondo, ha smesso di produrre una fetta enorme di ciò che consuma e produceva, e questi sono i risultati.

– la loro spesa pubblica finisce in parte sperperata entrando nelle tasche di paesi stranieri,

– al contempo, riescono a permettersi di avere un disavanzo perenne nella BdP solo grazie al fatto che il Dollaro è ancora la valuta di scambio e di riserva più importante sul globo, e fortunatamente non hanno mai smesso di stamparlo coi suoi bei biglietti verdi, le facce presidenziali e il suo odore tipico di carta sporca, coca e polvere da sparo.

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