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Io esco: campagna di disobbedienza civile contro il coprifuoco


3 Mag , 2021|
| 2021 | Sassi nello stagno

#IoEsco non è una manifestazione: è una campagna di disobbedienza civile spontanea. Non sono necessari assembramenti, né grandi numeri in uno stesso luogo. Si può svolgere anche in forma individuale, basta indossare qualcosa di bianco (colore della libertà e “dress code” dell’iniziativa), fare una passeggiata fuori di casa dopo le 22, ora del coprifuoco, e infine postare una foto sui social con il tag #IoEsco.

Per partecipare in modo consapevole, è necessario registrarsi all’evento Facebook “#IoEsco: disobbedienza civile contro il coprifuoco” (Link: https://fb.me/e/YhKU1mv0 ), in cui si trovano tutte le istruzioni essenziali, le finalità dell’iniziativa e alcuni link utili per saperne di più sul coprifuoco e sui profili di illegittimità costituzionali denunciati. Il suggerimento è quello di postare la foto o il video della propria disobbedienza al coprifuoco proprio all’interno dell’evento o del gruppo collegato, in modo da dare visibilità all’azione e creare così pressione sul decisore politico affinché rimuova il coprifuoco. Ripetere la stessa operazione i giorni successivi.

La campagna di disobbedienza #IoEsco si svolge ovunque, in tutta Italia. Si può partecipare da una grande città, da un piccolo paese o persino da un’isolata casa di campagna. Basta andare sulla pubblica via dopo l’ora del coprifuoco. Si può decidere di approfittare della campagna per incontrarsi con alcuni amici in luogo pubblico, nella più assoluta spontaneità con cui si manifestano le libertà costituzionali previste dagli art. 13 e 16 della Costituzione.

#IoEsco si volge tutti i giorni dalle 22 alle 5 e proseguirà a oltranza per tutte le successive sere fino a rimozione totale del coprifuoco.

Tenendo conto dell’importanza della salute pubblica e del contrasto alla diffusione del virus, si potrebbe credere che sia da irresponsabili violare il coprifuoco. Tuttavia, al contrario secondo dati dell’ISS (disponibili tra i link utili, articolo del Corriere della Sera) ben l’80% dei contagi avviene tra le mura domestiche; secondo numerosi studi, i contagi avvenuti all’aria aperta è rappresentantano non più (secondo alcuni studi scientifici, anche meno) dell’1 su 1000 dei contagi totali.  Dunque, a ben vedere, uscendo di casa in forma individuale o con conviventi riduciamo il tempo passato al chiuso e, di conseguenza, le probabilità di contagio. Ciò varrà ancor di più con l’avvicinarsi dell’estate: ristoranti, pub, bar,spettacoli e concerti dal vivo, qualora il coprifuoco venisse rimosso, potrebbero divenire veri e propri “luoghi sicuri” in cui trascorrere all’aperto e all’aria fresca le proprie serate. Lo stesso CTS, d’altronde, ha affermato più volte negli ultimi giorni come si tratti di una regola che “è sempre stata frutta di una decisione politica”, non basata su una valutazione strettamente scientifica raccomandata dallo stesso CTS.

In questo senso, la norma si rivela già di per sé inadatta allo scopo e inadeguata al perseguimento della “ragione sanitaria” che dovrebbe costituirne il fondamento costituzionale. Sarebbe, dunque, da irresponsabili non tener conto di queste evidenze scientifiche in più accurato bilanciamento giuridico tra il diritto alla salute (che andrebbe inteso, com’è pacifico, anche in senso di benessere psicologico) e tutti gli altri diritti fondamentali compressi dal coprifuoco, tra cui il diritto al lavoro (art. 4 Cost.), il diritto alla libertà personale (art. 13 Cost.), alla libera circolazione (art. 16 Cost), ad un’equa retribuzione del lavoratore “in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa” (art. 36 Cost.).

Nonostante le nobili ragioni, come tutte le azioni di disobbedienza civile, anche #IoEsco avviene a rischio del disobbediente: si viola in maniera pubblica e deliberata una norma giuridica ritenuta vigente ma invalida. Si rischia, infatti, di prendere una multa per violazione del coprifuoco (art. 9 D.P.C.M. 2 marzo 2021, come richiamato dal DL 1 aprile 2021.

Tale multa darà poi occasione di rilevare l’illegittimità costituzionale della norma attraverso il conseguente ricorso. Una bozza di ricorso è già disponibile tra i link utili e al sito www.italiaesc.it. Affinché tale ricorso possa portare all’annullamento di eventuali sanzioni è molto importante che l’unica norma violata sia quella del coprifuoco. Per essere chiari: la disobbedienza deve essere totalmente pacifica e nessuna altra norma di legge o normativa anti-contagio deve essere violata.

Per risultare vittoriosa, tanto sotto il profilo giuridico (annullamento sanzione), quanto sotto quello politico (rimozione coprifuoco), l’azione di disobbedienza deve essere circoscritta alla sola violazione del coprifuoco.

In caso di contestazione da parte delle forze dell’ordine, è necessario dire la verità: si può far mettere a verbale che si è usciti di casa dopo le 22 nel libero esercizio delle proprie libertà costituzionali (ex art. 13 e 16 Cost.) e in aperto dissenso al coprifuoco che, in base all’art. 1 D.P.C.M. 14 gennaio 2021, che rappresenta una illegittima compressione di tali libertà, oltre che dello stesso diritto alla salute (anche psicologica) dell’individuo tutelata dall’art. 32 Cost.

Infine, se già il rispetto dell’orario del coprifuoco non era tra le tue priorità, dal 25 aprile non dovrai far altro che rilanciare la tua azione sui social usando il tag #IoEsco e ricordandoti di indossare qualcosa di bianco da mostrare nella foto o nel video.

Uscire da soli è avarizia, uscire tutti insieme è politica.

Di:

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