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Lettera aperta al Presidente Draghi sulla nomina dei cinque consulenti al nucleo tecnico
Nota della redazione: A fronte della nomina di consulenti del governo in materia di politica economica cinque ultras liberisti, decine fra i più accreditati studiosi del paese hanno indirizzato una lettera aperta a Draghi sulla inopportunità di tale scelta. “Vi è una preoccupante presenza di studiosi portatori di una visione economica estremista caratterizzata dalla fiducia incondizionata nella capacità dei mercati di risolvere autonomamente qualsiasi problema economico e sociale”, scrivono. Alcuni dei consulenti “non paiono possedere i previsti requisiti di comprovata specializzazione e professionalità, con riferimento ai temi su cui saranno chiamati a lavorare”. In sintesi: non hanno le competenze necessarie.
A quanto pare il “governo dei migliori” (?!?) getta la maschera e mostra non solo un orientamento mercatista marcato – in barba alle previsioni di “ritorno al keynesismo” per incantare i polli; ma di farsi un baffo della storia delle “competenze” e del “merito” per stipendiare dei profili di imbarazzante mediocrità ma fedeli alla visione dominante – il mercato è bello e buono, lo Stato serve solo come ossequiente regolatore e parafulmine.
Alla Fionda ci domandiamo: ma c’è un premio per chi aveva capito tutto ciò da febbraio?
Lettera aperta al Presidente Draghi sulla nomina dei cinque consulenti al nucleo tecnico
Nei prossimi mesi il governo si troverà ad affrontare la più difficile sfida degli ultimi decenni indirizzando l’uso delle risorse del PNRR a sostegno dell’economia italiana colpita dalle conseguenze dell’emergenza pandemica. In questa delicatissima operazione è essenziale che l’esecutivo mantenga la fiducia degli operatori economici, cittadini ed istituzioni nazionali ed internazionali, acquisita anche grazie al prestigio del Presidente Draghi. Le recenti notizie di stampa riguardo la nomina al Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica presso il Dipartimento di Programmazione Economica di cinque consulenti rischiano di danneggiare l’immagine di competenza tecnica del governo e la fiducia nel suo operato. Oltre alla omogeneità di genere e geografica (cinque uomini tutti operanti in Università e Istituti di ricerca del Nord) che comunque andrà valutata nella completezza del Nucleo tecnico, la cui composizione non è ancora nota, nella cinquina di nominativi, accanto ad alcune figure di riconosciuta competenza, vi è una preoccupante presenza di studiosi portatori di una visione economica estremista caratterizzata dalla fiducia incondizionata nella capacità dei mercati di risolvere autonomamente qualsiasi problema economico e sociale. Appare paradossale che ci si prepari a gestire il più esteso piano di investimenti pubblici degli ultimi decenni con una squadra di consulenti che in alcuni casi non paiono possedere i previsti requisiti di comprovata specializzazione e professionalità, con riferimento ai temi su cui saranno chiamati a lavorare. Inoltre, alcuni fra i nominati sono noti per il sostegno aprioristico ad una teoria che afferma l’inutilità, se non la dannosità, dell’intervento pubblico in economia. Ancora, desta stupore la presenza tra i cinque nominati di consulenti che rappresentano posizioni antiscientifiche che minimizzano la questione del cambiamento climatico e l’urgenza di adeguate politiche d’intervento, minando così la credibilità del governo riguardo il principale pilastro delle politiche economiche europee dei prossimi anni che il governo dovrà realizzare, in sintonia con il Green Deal dell’UE. Rispetto alla questione del Mezzogiorno in alcuni casi le loro posizioni sono di scarsa attenzione e di riduzionismo della rilevanza del problema, oltre che di critica dell’efficacia dell’intervento pubblico italiano ed europeo a riguardo. Tali preoccupazioni sono rafforzate dalla loro appartenenza a think-tank liberisti dei quali non sono noti i finanziatori. I firmatari ritengono che il governo Draghi per tutelare il suo prestigio nonché la sua efficacia operativa dovrebbe riconsiderare alcune nomine ed avvalersi di collaboratori e collaboratrici sempre di indiscussa competenza e obiettività sui temi trattati, attenti al ruolo che gli investimenti del PNRR potranno avere nel contesto del nuovo intervento pubblico in economia.
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