L’articolo di Nello Preterossi su coronavirus e dintorni (soprattutto dintorni …) è un invito ad analizzare seriamente il momento storico che stiamo vivendo: un invito ad andare oltre l’emergenza, reale o supposta ch’essa sia, in cui siamo sempre più avviluppati, per provare a capire dove stiamo andando. Attenzione, però: in analisi ci va non solo l’Italia, ma l’Europa con i nostri amati partners (anche se l’Italia presenta un quadro più preoccupante o, semplicemente, più maturo).
Allora cercherò anch’io di andare oltre, date alcune premesse:
- il virus esiste ed è effettivamente mortifero;
- si è creata una situazione di disagio gravissimo;
- il disagio è conseguenza solo in parte del virus.
Se non si convenga su queste premesse, sarà inevitabile, e coerente, valutare errata la mia (breve) analisi.
Ovvio, direi anche ineludibile, che questa situazione ci abbia limitato: qualunque patologia o rischio di patologia implicano una o più coazioni: in fondo che altro è il provvedimento terapeutico?
Ecco: alcuni (tanti o pochi, non saprei) sostengono che il provvedimento o i provvedimenti terapeutici assunti dai governi nazionali non siano corretti; o siano inutili.
Vorrei essere concreto e rifuggire il più possibile dalla tentazione di narrare o immaginare.
Un fatto, meglio il fatto, che appare effettivo, cioè la verità di fatto essenziale, è questa: regna, e già regnava, la confusione sul potere, non tanto sul suo fondamento (tutti o quasi accettiamo che la sovranità appartiene al popolo), ma sul suo esercizio.
C’è confusione e vi sono alcune contraddizioni.
La confusione è istituzionale: per governare occorre decidere, ma la decisione è diventata un’impresa quasi impossibile. Si va troppo facilmente in impasse; ad evitarlo sono previsti il diritto e le sue regole. Ma o non le si accettano, magari fingendo che non esistano; o ci si rifiuta di considerare anche solo l’ipotesi che, se gli assetti istituzionali non funzionano, forse la responsabilità è da attribuirsi alle regole (della Costituzione) che non sono funzionali.
Un paio di facili esempi.
Ci si appella all’art. 32 Cost.? Ma lo si è letto? O si è meditato sul suo significato? A me pare che le sue parole non siano tanto ambigue.
Per quel che ci riguarda registriamo un precetto generale che vale per la normalità: «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario». Poi si introduce l’eccezione: ci può essere l’obbligo, ma occorrerà una legge. Infine, si enuncia il principio invalicabile: «la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
Allora: il vaccino ben potrebbe rendersi obbligatorio. Domande: una pandemia globale come questa sarebbe sufficiente a legittimare l’introduzione dell’obbligo? E obbligare al vaccino anti-covid attenterebbe alla persona umana?
Questi sono i termini precisi del dilemma; e ognuno risponda come crede. Ma se venisse adottata la legge obbligante si aprirebbe un contenzioso infinito destinato a finire sul tavolo della Corte Costituzionale. Quanto tempo ci vorrebbe per decidere? E, poi, come si potrebbe costringere il renitente?
Forse, forse anche per questo si è inventato il green pass. E si è aperta un’altra questione su cui sentiremo l’opinione del Tar. In assoluto confliggono la libertà – o le libertà – con i doveri inderogabili di solidarietà che gravano su ogni cittadino ex art. 2 Cost. Dipende da quale bene sia ritenuto prevalente. Ma questi sono i termini del dilemma; e dovrebbero essere onestamente riconosciuti da una parte e dall’altra. Probabile che venga riconosciuto prevalente il diritto alla salute. A ben vedere questo si insegna a Giurisprudenza. Fosse così ci sarebbe da scandalizzarsi?
Ora chi si batte contro o pro ha il dovere di argomentare seguendo questo modulo. Il resto è retorica (penso a Giorgia …) o utopia. Salvo ritenere che il diritto sia ormai un optional di cui puoi corredarti o anche no, come ti piace. Qualcuno comincia a pensarlo; e qui io veramente mi preoccuperei (e, incidentalmente, mi stupisco un poco che nessuno o quasi si azzardi a ricercare l’eventuale responsabilità della pandemia: se c’è un danno alla comunità la ricerca della causa sarebbe obbligatoria per le istituzioni).
Altro esempio, anzi due. Ci si lamenta del Presidente del Consiglio; ci si lamenta dell’UE. Ma il lamento è in sé inutile. Abbiamo Draghi (e avevamo Conte) e abbiamo la von der Leyen secondo procedure costituzionalmente ineccepibili. E però si invoca il rispetto della sovranità popolare. Giusto, perché il popolo non ha investito Draghi e non ha votato l’adesione all’UE. Giusto, ma giuridicamente correttissimo. E allora, quando si va in piazza a protestare contro il green pass, perché nessuno pensa di protestare contro quei disposti costituzionali che consentono di negare indefinitamente la sovranità popolare? Posso sbagliare; ma a me pare che questo significherebbe battersi in concreto per il potere al popolo.
Aggiungo un’ultima notazione. Qualunque democrazia ha bisogno di un principio d’ordine. Ma noi ci siamo dimenticati che tale è il principio maggioritario. Però non piace più tanto per tutto ciò che ci ha indotto la trenodia verso la dittatura della maggioranza. Ma se non piace più, ci si indichi, please, un altro principio ordinatore. Democratico, si capisce.
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