La Fionda è anche su Telegram.
Clicca qui per entrare e rimanere aggiornato.
La necessaria rivalorizzazione del Castello di Lunghezza a Roma
Monumento storico nazionale, simbolo per i residenti e casa della regina Caterina de’ Medici.
Nell’ottobre del 2015 la Brexit era nell’aria, ma nessuno ancora ci credeva. Green pass e mascherine non esistevano, mentre la voglia di viaggiare era tanta. Proprio quel mese avevo portato i miei genitori a fare una bella passeggiata a Londra. Tra un giro al mercatino multietnico di Brick Lane situato vicino Spitalfields, località dove era solito andare a bere il noto assassino Jack lo Squartatore, e una visita alla cattedrale di St. Paul, famosa invece per il matrimonio di Lady Diana e il principe Carlo, ci siamo trovati a dover decidere se entrare nell’antichissima Torre di Londra. In realtà, senza troppi indugi, paghiamo 20 sterline a testa (all’incirca 25 euro) ed entriamo. La delusione sui nostri volti alla fine della visita era notevole: stanze tipicamente medievali, alcune completamente vuote, altre arredate con copie di mobili e arredi dell’epoca. Tra le tante, ricordo molto bene la stanza dei re dove erano presenti: un letto a baldacchino, un comò posizionato ai piedi del letto e altri ornamenti particolari, beh… Tutte riproduzioni!
Subito mi sono chiesto se Carlo d’Inghilterra nel 1992 alla visita del Castello di Lunghezza (situato nella periferia ad est di Roma), dove ha soggiornato per una notte, si fosse emozionato nel vedere la stanza della regina di Francia, moglie di Enrico II, Caterina De’ Medici (13/04/1518-05/01/1589) https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/03/27/carlo-inghilterra-atterra-col-suo-jet.html
Già, perché nel 1992 la stanza di Caterina era ancora lì, intatta, come la vedete in questa cartolina che ho acquistato su un noto e-commerce.
(Stanza da letto della regina di Francia Caterina de’Medici. Successivamente la stanza passò a Bia de’Medici, figlia del Gran duca di Toscana, Cosimo I).
In tanti, soprattutto i residenti, mi hanno riferito che nel Castello non c’è rimasto più niente e che dopo la scomparsa del vecchio proprietario, Malcom Munthe, si sia venduto tutto: dai reperti più antichi fino a quelli medievali e moderni. Eppure, al Castello di Lunghezza c’erano passati anche i soldati tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale e, sì, avevano fatto alcuni danni, ad esempio avevano bruciato il portone medievale, ma avevano lasciato intatte la maggior parte delle cose.
Per la precisione, dopo la guerra, Malcom Munthe, figlio del famoso medico e scrittore Axel, era riuscito a preservare tutto quello che era rimasto nel castello e lo aveva aperto ai turisti per un giorno alla settimana, almeno fino al 1995, anno della sua scomparsa. In vita era riuscito nell’impresa di farlo dichiarare Monumento Nazionale e, archiviate le sue ultime esperienze da combattente, si era dato alla cura dell’immensa eredità paterna. Spesso si divertiva a fare da guida turistica nel castello, raccontando storielle sulla sua infanzia e sull’illustre genitore e parlando con autoironia delle vicende storiche che lo videro protagonista, senza rivelare ovviamente la propria identità. https://www.giornale-di-giovanna.eu/index.php/component/content/article?id=96:buon-sangue.
(Cartolina del Castello di Lunghezza nel 1918. Indicazione dell’abitazione del noto scrittore e medico Axel Munthe)
È vero che sono stati venduti i beni mobili all’interno del castello tra la fine del ‘900 e gli inizi del millennio? Se è vero, come è stato possibile farlo? Ma soprattutto perché ora non si può visitare il Castello di Lunghezza?
Purtroppo non possiamo rispondere alla prima domanda, mentre la seconda risposta sembra abbastanza scontata. Se è stato venduto tutto, per ora non possiamo saperlo con certezza, lo è stato perché stiamo parlando di un immobile privato. Chi vi parla non è un esperto, ma sicuramente l’acquisto da parte dello Stato, almeno dei beni mobili, sarebbe stata una scelta più intelligente visti i reperti di inestimabile valore: pensate infatti a tutti gli oggetti e le opere d’arte presenti nella camera di una regina del ‘500.
Rimane la questione delle visite guidate. Si legge su alcuni siti che “Il governo italiano ha dichiarato il castello Monumento Storico. Sede della Fondazione Hilda Munthe e lasciato in eredità ai giovani europei a cui sono offerte gratuitamente visite guidate da esperti di storia dell’arte.” http://iltaoaroma.altervista.org/lunghezza/
Personalmente ho provato varie volte a visitare il Castello di Lunghezza, ma senza mai riuscirci. Ci ho provato presentandomi nei giorni della settimana e mi è stato detto di tornare nei week-end per vedere degli spettacoli per bambini. Poi ho chiamato e scritto delle mail, ma non ho mai ricevuto risposta da chi si occupa oggi dell’organizzazione.
L’unica realtà presente nel Castello è un parco divertimento per bambini dove i più piccoli vengono portati dai loro genitori a passare una giornata differente. Io stesso, da piccolo, ci sono stato più volte con mio fratello. Ci divertivamo molto nel vedere lo spettacolo di Frankenstein e Igor, e, con un po’ d’ansia, abbiamo assistito alla resurrezione del terribile conte Dracula. Ora, però, che sono più grande, mi domando se è lecito togliere l’importanza di mille anni di storia ad un castello, situato nel Comune di Roma, per alcuni spettacoli che si svolgono per lo più nel grande giardino ad esso adiacente. Nel costo del biglietto di ingresso non c’è una visita di tipo culturale, ma si prevede solo il rispetto di un percorso che non comprende tutte le stanze, ma soltanto la visione di questi spettacoli. Inoltre la parte interna spesso è addobbata, per usare la terminologia inglese, in maniera “kitsch”, soprattutto sotto Natale.
(La sala d’ingresso con due porte monumentali ed un caminetto in pietra con sopra inciso lo stemma degli Strozzi risalente al XVI secolo)
Non voglio assolutamente dire di chiudere e mandare a casa il parco di divertimento, ma un monumento nazionale riconosciuto dallo Stato deve essere rispettato per quello che rappresenta. Quindi, sicuramente, deve essere ristrutturato e in grado di consentire delle visite guidate a studiosi e turisti. Per questi motivi lancio un appello che spero sia il più possibile condiviso e che arrivi al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, e all’assessore alla cultura, Rita Pomponio, ma anche al critico d’arte Vittorio Sgarbi, al quale avevo personalmente segnalato la questione su “italiasfregiata@gmail.com”. Cosa è rimasto del Castello di Lunghezza? Apritelo al pubblico per favore!
Per l’incredibile storia del Castello di Lunghezza vi rimando a questo sito http://www.insiemeperlunghezza.com/il-castello-di-lunghezza/ , mentre, penso per la prima volta su internet, grazie a un libro molto raro scritto da Mary Colonna Bucci Casari e Umberto Morra nel 1984 dal titolo “Breve Storia del Castello di Lunghezza, guida alle stanze aperte al pubblico”, vi porto a fare un giro in solo due, delle dieci stanze impenetrabili del Castello:
Stanza di Caterina de’ Medici
Ideata come “stanza di ricevimento” per “la più ricca ereditiera del mondo”, nipote di un Papa. Il soffitto è decorato con lo stemma dei Medici, “le pillole” e le iniziali della bambina: C.M. Anche il letto a baldacchino, sorretto ai quattro lati da colonne dorate, ha “le sei pillole dei Medici” con alla sommità il giglio di Firenze. In un angolo, vicino al caminetto, si trova il lavabo della piccola, ricavato da una gigantesca conchiglia messa all’interno di una piccola grotta artificiale, decorata a sua volta da tante altre piccole conchiglie. Questo ricorda la grotta ricoperta di conchiglie che si trova nel giardino delle fontane a Villa d’Este di Tivoli, costruita nello stesso periodo. Accanto alla stanza si trova un piccolo gabinetto con un insolito sedile molto basso e con un foro di grandezza ridotta, fatto apposta per essere usato da una piccola persona – una comodità del XVI secolo.
Camera da letto degli Strozzi
Questa stanza fu costruita in occasione del matrimonio di Clarice e Filippo. Sul soffitto vi sono dei piccoli pannelli dorati sui quali vi è dipinto lo stemma degli Strozzi: tre mezze lune e le iniziali della sposa e dello sposo. Le mattonelle del pavimento ricordano lo stile del soffitto. Le spalliere in ferro battuto del letto dove vediamo incastonato il medaglione di San Michele decorato con piccoli frammenti di cristallo risalgono alla fine del XV secolo.
Fa riflettere e un po’ arrabbiare, infine, l’avviso della sovraintendenza delle Belle Arti e del Ministero della Pubblica Istruzione che si preoccupavano, per l’appunto, dei beni mobili che si trovavano, e ora non si sa, all’interno del Castello di Lunghezza:
“I visitatori sono pregati di aiutare nel compito di salvaguardare le dimore storiche d’Italia. Pertanto vengono pregati di non toccare i vecchi mobili e le stoffe. I bambini sono i benvenuti se accompagnati da persone per loro responsabili. Gli studenti di arte e storia, volendo visitare in orari speciali, sono pregati di scrivere in anticipo all’amministratore per assicurarsi che i mobili e le opere d’arte siano stati riportati dal deposito”.
La Fionda è una rivista di battaglia politico-culturale che non ha alle spalle finanziatori di alcun tipo. I pensieri espressi nelle pagine del cartaceo, sul blog online e sui nostri social sono il frutto di un dibattito interno aperto, libero e autonomo. Aprendo il sito de La Fionda non sarai mai tempestato di pubblicità e pop up invasivi, a tutto beneficio dei nostri lettori. Se apprezzi il nostro lavoro e vuoi aiutarci a crescere e migliorare, sia a livello di contenuti che di iniziative, hai la possibilità di cliccare qui di seguito e offrirci un contributo. Un grazie enorme da tutta la redazione!