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Turismo insaziabile


21 Lug , 2022|
| 2022 | Visioni

 Nord Adriatico, foce del Tagliamento, 15 luglio 2022. Pensate ad un ambiente boschivo alquanto raro, affacciato da una parte su un grande fiume, dall’altra sull’Adriatico che punta verso la costa istriana, visibilissima. Ai margini di un faro storico. Dentro il bosco, tartarughe, uccelli, rettili, qualche capriolo. Un disastro ambientale le cui immagini hanno fatto il giro dell’Europa. Da anni un gruppo di volontari si sta battendo con competenza perché l’area divenga una riserva naturale riconosciuta proprio al fine di proteggerla. Risultato: 40 ettari di pineta carbonizzata, con pini neri e marittimi e varie altre specie arboree; e distrutto un rifugio naturale per la fauna minore.

 In Italia, a minacciare questa e tantissime altre zone di assoluto pregio naturalistico, è principalmente il turismo insaziabile, alimentato dissennatamente dal connubio tra istituzioni pubbliche locali e imprenditoria turistica, interessi privati che hanno facilmente la meglio sugli interessi generali. E turisti troppo spesso irrispettosi dei luoghi – anche monumentali, certo – dove l’atteggiamento è piuttosto quello dei consumatori decisi a fruire o a consumare un ambiente come se si trattasse di un vassoio di un fast food. Così a Punta Tagliamento i bagnanti si recano in bicicletta sulla spiaggetta adiacente, piantano ombrelloni e bivaccano; e dentro il faro qualcuno ha ben pensato di collocare una teoria di distributori di bibite e alimenti. Conta solo che i turisti “venghino”, sempre e comunque. La conferma di questa politica in quel che si è letto ne Il Gazzettino del 17 luglio, il quotidiano più diffuso nel Nord Est, sensibile alle esigenze turistico-imprenditoriali: «Nessuna struttura ricettiva è stata coinvolta. Ergo le vacanze proseguono tranquille». Soddisfatti gli imprenditori che, però, dichiarano di aver patito un colpo al cuore … Tuttavia l’incendio non parrebbe proprio casuale: forse colposo (un mozzicone di sigaretta), più probabilmente doloso con la mission di costruire una darsena turistica.

 Voglia di profitto a tutti i costi. La stessa che incombe pericolosamente sulle nostre città d’arte (e anche sulle città universitarie con gli studenti taglieggiati da affitti pesantissimi). Piazze magnifiche, tra le più belle al mondo, invase da plateatici che rendono impossibile percepire i contesti ricchi di grande arte e grande storia. Le Soprintendenze inascoltate o rese impotenti. La disnelizzazione di bassa lega di ambienti che sono ormai davvero non luoghi. La denuncia di Ernesto Galli della Loggia (ma lo stesso aveva scritto Salvatore Settis) coglie nel segno. Parole di verità, e di fuoco, da riprodurre: «i centri storici (e non solo loro) delle più belle città italiane e molte delle località cosiddette minori sono ridotte a questa informe poltiglia turistico-commerciale … conosciamo i responsabili. Sono per la massima parte i poteri locali, le amministrazioni locali, gli assessori e i sindaci».

 Che fare? Debbono agire i titolari del potere pubblico congruamente ai loro doveri istituzionali; e dunque far prevalere, laddove vi sia concorrenza o conflitto, l’interesse più generale, vale a dire la tutela (senza tanti compromessi) del territorio del Paese. Ma il potere pubblico, da noi, ha protetto più gli interessi corporativi o di ceto che gli interessi dei cittadini in quanto tali: fin l’UE ha richiamato cento volte i vari governi italiani a porre finalmente ordine nel ginepraio delle concessioni balneari. Un segnale, o magari un principio di consapevolezza, sta forse alla base di un emendamento contenuto nel decreto aiuti che consentirà al Comune di Venezia di limitare gli affitti brevi a turisti da piattaforme online come Airbnb: il fenomeno ha ormai assunto dimensioni preoccupanti che potrebbero condurre alla morte delle città come le abbiamo sempre intese, quali comunità di cittadini residenti. Altre città avevano inutilmente richiesto di essere autorizzate in questa direzione. Ma se si vogliono proteggere i centri d’arte un limite è urgente e necessario; e urgente e necessaria è anche un’opera volta a favorire la residenzialità attraverso locazioni di lunga durata. Altrimenti il turismo insaziabile (e la tendenza di parecchi proprietari ai guadagni facili e all’evasione) finirà con il divorare le nostre città, la cui esigenza primaria è piuttosto quella del ripopolamento, specie dei centri storici. 

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