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Voto al Partito Democratico: pazzia o malafede


22 Lug , 2022|
| 2022 | Sassi nello stagno

Era il 2006 quando Berlusconi, il re delle fandonie, ne disse un’altra delle sue, una di quelle che maggiormente mi sono rimaste scolpite nella memoria: «ho troppa stima per l’intelligenza degli italiani, per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che possono votare facendo il proprio disinteresse».

In effetti che proprio Berlusconi affermasse qualcosa del genere era davvero fuori dal mondo: basti pensare che gli italiani decisero di fargli vincere le elezioni nel ’94 e di fargliele stravincere nel 2001. Non contenti lo mandarono a palazzo Chigi anche nel 2008: se non è da coglioni questo!

È infatti vero esattamente il contrario: gli italiani spesso votano da coglioni, eccome.

Premettiamo che, qualora vincesse davvero il centro destra (FDI, Lega, FI e frattaglie), comunque ci troveremmo con un governo (anche se “politico”, miracolo per noi) animato dalle stesse identiche vocazioni europeiste e atlantiste di quelli che lo hanno preceduto, logiche alle quali in molti hanno finto di opporsi.

Ma è un altro il dato che inevitabilmente continua a turbarmi e proprio non ci dormo la notte: il PD oltre il 20%.

Non mi capacito: il fatto che un italiano ogni 5 votanti possa mettere la croce sul simbolo del Partito Democratico davvero mi lascia attonito, mi sento tipo Manzoni raggiunto dalla notizia della morte di Napoleone. Una cosa del genere.

Essì perché o sei un uomo di potere animato dalla voglia di esprimere sadismo nei confronti degli ultimi e dei meno abbienti, nei confronti della comunità del lavoro indebolita e fiaccata dalle peggiori riforme (tutte made in PD) susseguitesi negli ultimi dieci anni (inaugurate peraltro nel ’97 proprio da Prodi) oppure… sei un coglione. No way.

Il Partito Democratico, sorretto da una sinistrucola da strapazzo incolta e sciocca che pensa di essere progressista (la loro idea di progresso è gig e marchiata USA), è la massima espressione del pensiero neoliberista nel nostro paese: è precisamente l’altra faccia della medaglia del berlusconismo rampante. Per vent’anni hanno finto di essere alternativi all’ex cavaliere, ma ci andavano a braccetto (andatevi a risentire il famoso discorso di Violante alla Camera nel 2003: «l’on. Berlusconi sa per certo che gli è stata data la garanzia piena (non adesso, nel 1994) che non sarebbero state toccate le televisioni (…). Ci avete accusato di regime nonostante, ripeto, non avessimo fatto il conflitto d’interessi, avessimo dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni, avessimo aumentato come centro sinistra il fatturato di Mediaset di 25 volte!». Rivedere quella scena è davvero rivelatore: guardate le facce di Fassino e Casini, semplicemente sconvolti).

Quelli che si qualificano di sinistra (piddina, sinistrucola d’accatto), sono spesso avulsi dalla cultura del lavoro, da quella vera. Come si può accettare in un paese normale che Concita De Gregorio si permetta di affermare «Draghi come un professore di Harvard che ha avuto la supplenza all’Alberghiero di Massa Lubrense»? Come può, una donna che prova spesso maldestramente ad autorappresentarsi come figura di progressismo di sinistra, esprimere un classismo tanto spocchioso e insopportabile? E quanto si scostano atteggiamenti del genere da ciò abbiamo visto e ascoltato da figure come la Cirinnà o la Boldrini? La prima si vantava di pagare i contributi ai propri collaboratori, della seconda andatevi a leggere cosa dicevano la colf e l’assistente parlamentare.

È davvero il peggio, il peggio di questo paese e difatti tali figure non hanno mancato anche stavolta di essere dalla parte sbagliata della storia: di fianco a misure liberticide che con un banale tratto di penna cancellavano i diritti civili (e non pensi Conte di potersi smarcare da Speranza tanto facilmente), a fianco al green pass, a fianco al banchiere che sbloccava i licenziamenti, che provava a cancellare la clausola sociale negli appalti, che provava a liberalizzare totalmente il lavoro interinale, che voleva regalare il paese a Uber e le spiagge alle multinazionali dei suoi amici oltre confine. Sono le scorie che la politica inquinata e inquinante di questo paese riesce a generare e difatti hanno attratto facilmente nella loro “area” individui dallo spessore culturale e politico semplicemente inesistente quali Luigi Di Maio (uno che collocava Pinochet in Venezuela e difatti è stato mandato… alla Farnesina: che vergogna!).

Purtroppo però Berlusconi sbagliava, ancora una volta, e l’elettorato italiano rischia di confermare di essere pieno di coglioni, zeppo di coglioni che pensano davvero che votare PD, o financo tesservisi (!!!), coincida col rafforzamento delle istanze di chi non ce la fa: è vero esattamente il contrario e bisogna lavorare con tutte le nostre forze perché la gente lo capisca, quella in buona fede.

Gli altri lasciamoli perdere: tempo perso.

Di:

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