La Fionda è anche su Telegram.
Clicca qui per entrare e rimanere aggiornato.
Storie di ordinaria solidarietà
Per gettare luce su esperienze di umanità avvolta da una coltre di silenzio, vi proponiamo un’intervista all’associazione umanitaria AASIB (Aiutateci A Salvare I Bambini ODV), fondata nel 2001 con lo scopo di sostenere e rendere possibili le cure di bambini particolarmente bisognosi della Federazione Russa e dei Paesi dove vivono popolazioni russofone e allo stesso tempo interessare l’opinione pubblica italiana sui problemi dell’infanzia russa, spesso poco conosciuti. Gli interventi si rivolgono principalmente a singoli casi pediatrici affetti da gravi malattie, alle vittime delle tante stragi terroristiche e delle guerre che, a causa della loro situazione, non riescono a ricevere aiuto nemmeno per le cure più basilari. Operano inoltre in varie regioni della Federazione Russa e negli altri Paesi russofoni con Progetti “comunitari” volti ad aiutare la pediatria locale e le strutture per l’infanzia ad ammodernarsi.
Quale aiuto offre la vostra associazione in Donbass?
“Aiutateci a Salvare i Bambini ODV” è nata nel 2001 con lo scopo di aiutare i bambini e le famiglie russe,
quando la Russia stava uscendo dai terribili anni ’90. Anni in cui gli esperimenti del “libero mercato” avevano prodotto una catastrofe epocale. Milioni di morti a causa della mancanza di cibo, centinaia di
bambini abbandonati, strutture sanitarie al collasso senza nemmeno aver una siringa per le iniezioni. Abbiamo portato un aiuto che si è concretizzato in progetti di fondamentale innovazione e crescita della pediatria russa. Per esempio la prima foresteria pediatrica della Russia moderna, il primo reparto per la cura delle malattie rare e delle cure palliative pediatriche e molto altro. Abbiamo aiutato i bambini di quel paese nei momenti più terribili della loro storia: a Beslan con un progetto pluriennale di aiuto psicologico dopo l’attentato del 2004. Abbiamo soccorso i bambini dell’Ossenzia del Sud e i bambini colpiti dai tantissimi attentati degli anni 2000. Grazie agli aiuti che provengono dall’estero dal 2014 siamo intervenuti, purtroppo, come unica associazione italiana nel portare aiuto umanitario in Donbass. In questi quasi nove anni di interventi abbiamo aiutato migliaia di bambini e di famiglie, decide di scuole, asili, reparti pediatrici, centri di accoglienza per l’infanzia. Siamo corsi ad assistere i villaggi vicini al fronte, che letteralmente sopravvivono.
Ad oggi qual è la situazione in Donbass?
Se dal 2014 al febbraio 2022 la situazione era tragica, con pesanti e spesso continui bombardamenti sulle
città, oggi con l’invio di armi sempre più potenti e precise all’Ucraina (inviate anche dall’Italia) la situazione umanitaria è ancora più drammatica. Centinaia di migliaia di persone, soprattutto quelli che vivono nei villaggi vicini al fronte bellico, sopravvivono dal 2014 con soli aiuti umanitari. Anche nell’Ucraina governata da Kiev aiutiamo coloro che si trovano in difficoltà, data la povertà diffusa e aumentata dopo il febbraio 2022.
Quali difficoltà devono affrontare le famiglie e i bambini ogni giorno in Donbass?
È difficile poter immaginare una vita formata da giorni e notti passate sottoterra per fuggire dai
bombardamenti, con una paura continua di essere colpiti da un cecchino, e con la preoccupazione di non
aver da oltre otto anni un soldo per comperare generi alimentari di base come patate, pasta, cipolle, carote e di non poter acquistare nemmeno il carbone per scaldarsi d’inverno. In Donbass si è privi anche di acqua corrente e si potrebbe scrivere una lista di varie pagine raccontando la “non vita” che sperimentano quelle famiglie. Lascio a chi legge lo sforzo di capire materialmente che cosa vuol dire tutto ciò.
Com’è nato il conflitto in Donbass?
Le basi del conflitto risalgono nel lontano 1991, al momento della caduta dell’URSS. Nel 2014, a seguito di quello che, a nostro parere (ma ormai anche suffragato da fonti ufficiali), è stato un vero e proprio colpo di stato finanziato dagli Stati Uniti, in funzione militarmente antirussa e economicamente antieuropea, il conflitto è esploso generando un bagno di sangue senza precedenti per quei territori.
Cibo, acqua, medicine, beni essenziali sono accessibili a tutte le famiglie?
No, nulla di tutto ciò sarebbe accessibile se non fosse per gli aiuti umanitari che arrivano dalla Federazione Russa o che forniamo noi. Sopravvivono e resistono come possono.
Quanti bambini sono stati uccisi dal 2014?
I dati ufficiali (non completi) parlano di 143 morti, 515 feriti, fra i quali decine di mutilati gravi. Una strage volutamente coperta dal silenzio. I bambini sono morti tre volte: a causa dei bombardamenti senza fine, dell’ipocrisia e dell’omertà di chi, soprattutto fra gli organi di informazione, nasconde un pezzo di verità.
È possibile pensare al Donbass senza conflitti e senza guerre?
Assolutamente sì, ma la pace ha bisogno di verità e di giustizia. Fino a quando si continuerà a non
raccontare la verità o a distorcere i fatti, la guerra purtroppo non avrà fine.
Raccontatemi anche una storia di speranza, dove si può intravedere un raggio di pace per il futuro.
Le storie che possiamo raccontare sono centinaia. Storie di drammi che, anche grazie al nostro aiuto, sono
diventate storie di speranza e di vita. Noi operiamo per tutti i bambini. Prima della guerra, durante e
speriamo che ci possa essere anche un dopo la guerra. Chi salva un bambino, salva il mondo intero. Questo è il nostro motto. Aiutando ogni bambino a vivere, offrendogli le migliori cure e la migliore educazione: solo così il mondo diventa un posto migliore.
Che cosa possiamo fare noi da lontano per loro?
Potete aiutarci ad aiutarli. Sul nostro sito www.aasib.org si possono trovare le storie, i risultati dei vostri
aiuti e tutto quello che in trasparenza facciamo per i bambini della Federazione Russa, dell’Ucraina e del
Donbass. Ci tengo a sottolineare che per ogni euro che ci donate, oltre 90 centesimi vanno ai bambini da
noi aiutati. E questo sin dalla nostra costituzione.
Del conflitto in Donbass si conosce ancora troppo poco. I media mainstream coinvolti nel “sistema” NATO preferiscono, a nostro avviso, tramutare la verità in menzogna, a tutto discapito della vita della popolazione inerme. Il Donbass, va ribadito, è un luogo paradigmatico dove la dignità della vita è stata sospesa, dove la mancanza di acqua e cibo rende ancora più difficile la sopravvivenza. È una terra massacrata, dove resistere è l’unico antidoto a tanta inutile sofferenza: l’unica via per un ritorno alla vita. Non può esistere la Pace, crediamo noi, senza riconoscere eguale legittimità alle diverse istanze in campo e senza investire con forza nei negoziati; ed è assurdo predicare per le strade “stop war” per poi rimanere inermi di fronte all’invio massiccio e incondizionato di armi. Il mutuo soccorso dovrebbe valere sempre, per ogni popolo oppresso, per ogni essere umano in difficoltà. Per l’Occidente estremo, invece, non esiste soccorso senza che esso non presupponga un futuro vantaggio. E questo non va bene, perché chiunque si trovi in difficoltà andrebbe aiutato, nel nome della giustizia sociale e della solidarietà internazionale.
DONBASS, SIRIA, AFGHANISTAN, LIBIA, PALESTINA, YEMEN, IRAQ, ETIOPIA: non sono vite di serie B, non
sono vite da ignorare, sono vite da raccontare per restituire la crudeltà e inumanità di ogni guerra, quale che essa sia e quali che siano le ragioni che la muovono.
La Fionda è una rivista di battaglia politico-culturale che non ha alle spalle finanziatori di alcun tipo. I pensieri espressi nelle pagine del cartaceo, sul blog online e sui nostri social sono il frutto di un dibattito interno aperto, libero e autonomo. Aprendo il sito de La Fionda non sarai mai tempestato di pubblicità e pop up invasivi, a tutto beneficio dei nostri lettori. Se apprezzi il nostro lavoro e vuoi aiutarci a crescere e migliorare, sia a livello di contenuti che di iniziative, hai la possibilità di cliccare qui di seguito e offrirci un contributo. Un grazie enorme da tutta la redazione!