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Le bolle (finanziarie e immobiliari) e l’illusione della “prosperità”
Ci sono due tipi di prosperità, una finta, una reale. La “prosperità” fasulla dipende dal gonfiarsi delle bolle degli strumenti – finanziari o reali quotati – legati al credito, creando magicamente “ricchezza” non dal lavoro, dalla produzione o dal miglioramento della produttività, ma dai valori dei beni che salgono alle stelle mentre le bolle si gonfiano.
Questa “ricchezza” generata dalle bolle alimenta quindi un’ampia e generalizzata espansione del credito e dei consumi poiché le attività che aumentano di valore accrescono le garanzie disponibili per prendere denaro in prestito e la vendita occasionale di attività, il cui prezzo è salito, genera plusvalenze, stock option, ecc., che poi finanziano un consumo notevolmente superiore.
Quando il valore di una casa modesta sale alle stelle, diciamo da $ 200.000 a $ 1 milione, in pochi anni, il guadagno di $ 800.000 non è il risultato di qualche miglioramento della sua utilità. La casa offre sempre lo stesso riparo che forniva quando valeva il 20% del suo valore attuale. Il guadagno di $ 800.000 è invece il mero risultato dell’abbondanza di credito a basso costo e della ricerca globale di un rendimento superiore allo zero.
Alla fine, questa generalizzata espansione di “denaro a caccia di rendimenti” e la ricerca di luoghi in cui parcheggiare tutto il denaro in eccesso “si diffonde” all’economia reale e il risultato è l’innesco di un ciclo inflazionistico. Considera, ad esempio, come l’aumento dei prezzi delle case influisce a cascata sugli affitti.
Perché tutte le bolle di attività di credito si autoliquidano
Quando l’ipotetico investitore ha acquistato la casa modesta per $ 200.000, i costi di proprietà erano bassi, essendo i suddetti costi legati al valore: la tassa sulla proprietà, l’assicurazione e il mutuo erano tutti legati e proporzionati alla valutazione. (I costi di manutenzione non erano correlati alla valutazione, ovviamente, essendo legati all’età e sulla qualità della costruzione). Diciamo che gli affitti modesti della casa si collocavano a $ 1.500 al mese.
Un nuovo investitore che acquista ora la casa modesta per 1 milione di dollari ha però costi molto più alti, anche se ha acquistato la proprietà in contanti e non ha avuto bisogno di prendere in prestito denaro (cioè ottenere un mutuo). Le tasse sulla proprietà e l’assicurazione sono molto più elevate e l’affitto di mercato, comparabile per case simili, riflette il rendimento atteso sull’investimento di $ 1 milione: se questo investitore si aspetta un rendimento del 3% dopo tutte le spese, allora gli affitti devono aumentare, quindi l’investitore/proprietario guadagna $ 30.000 annualmente.
A causa dell’aumento della valutazione in una situazione di bolla finanziaria guidata dal credito, l’affitto è ora di $ 4.500 al mese, anche se la casa non ha materialmente guadagnato alcuna utilità: l’affitto deve essere più alto per “giustificare” il prezzo di acquisto di 1 milione di dollari.
Questo è il motivo per cui tutte le bolle di attività gonfiate dal credito si autoliquidano: una volta che il costo del credito scende quasi a zero, non c’è più un ordine logico-economico, letteralmente si dissolve. Questo perché viene meno il fondamentale collegamento tra rischio e rendimento. Qualsiasi prestito per qualsiasi investimento può essere giustificato dall’aumento “garantito” di valore/garanzia. Dal momento che tutto aumenterà di valore, allora ha senso sfruttare quanto più debito possibile per ottenere il controllo di quante più attività possibile, come strumento/mezzo per massimizzare il guadagno.
Ciò porta i mutuatari marginali a sovraestendersi: prendendo a prestito più di quanto sarebbe stato prudente fare in presenza di un costo del credito (ovvero in presenza di rischio).
Denaro gratuito subito, grandi costi dopo!
Tutto questo denaro quasi gratuito che circola si infiltra nell’economia reale, aumentando i prezzi (come gli affitti) senza però accrescere la produzione di beni e servizi e/o migliorare la produttività. I costi aumentano esclusivamente a causa della bolla finanziaria alimentata dal credito facile, cosa che mette sotto pressione i salariati e le imprese che invece si occupano di prosperità vera: quella della creazione di beni/servizi e benessere materiale.
Le banche centrali, alla fine, per non perdere il controllo sono costrette ad alzare i tassi di interesse ea ridurre l’espansione del credito per frenare l’inevitabile figlia della bolla: la spirale inflazionistica. Una volta che il credito non si espande più rapidamente, l’aria inizia a fuoriuscire dalle bolle degli asset finanziari e reali (dolorosamente per i proprietari!).
I mutuatari marginali non possono più rinnovare il proprio debito sulla base di garanzie più elevate (con l’aumento delle valutazioni, aumenta anche la garanzia per accedere a nuovi prestiti) e il default diventa inevitabile una volta che i mercati iniziano a restringersi.
Ad esempio, coloro che sono disposti e in grado di pagare affitti spropositati si assottigliano e le proprietà residenziali commerciali rimangono sfitte, generando un reddito pari a zero.
L’inflazione appiccicosa
Il punto centrale è che l’inflazione generata dalle bolle è “appiccicosa”. I proprietari sono riluttanti ad abbassare gli affitti, poiché sono stati “addestrati”, dai salvataggi delle banche centrali e da decenni di denaro/credito facili, ad aspettarsi una pronta ripresa dell’espansione della bolla finanziaria e creditizia. Questa è spesso una mentalità che in simili momenti permea l’intera economia.
Una volta che le valutazioni smettono di salire, come se suonasse un orologio-sveglia, la bolla della “prosperità” fittizia si rivela in tutta la sua illusorietà. Tutta la “ricchezza” era illusoria. Non è stata generata da miglioramenti della produttività o dalla produzione di un quantitativo maggiore di beni e servizi. Era tutto basato su valutazioni in rialzo, guidate da credito a buon mercato e abbondante e dalla “mentalità da bolla” che ripone la propria fede nel postulato che le bolle non possono scoppiare mai e quindi che la “ricchezza” creata da azioni, obbligazioni, oggetti da collezione e immobili avrebbe continuato ad espandersi per sempre.
L’inflazione generata dalle bolle rimane temporaneamente sopita, e si ripresenta dopo un po’ come una seconda ondata, mentre i collaterali crollano e l’espansione del credito si trasforma in contrazione. Improvvisamente, ci sono meno sciocchi (e stupidi) ingenui disposti a pagare i prezzi “da bolla” per le attività finanziarie e reali che fino ad ieri risplendevano luccicando sui rispettivi mercati.
La cd. Smart money (“denaro intelligente”) ha già “venduto” da molto tempo fa mente la cd. Dumb money (“denaro stupido”), che invece “ha comprato”, alla fine si risveglia dal lungo abbaglio di fronte all’incombente potenziale svantaggio legato allo scoppio della/delle bolle: si accorgono che invece di raccogliere enormi guadagni, gli asset nel loro portafoglio – finanziari o reali, come gli immobili – potrebbero diventare illiquidi (cioè, non trovare acquirenti a nessun prezzo) o le valutazioni potrebbero diminuire più velocemente di quanto chiunque avrebbe creduto possibile durante i precedenti inebrianti decenni che erano pervasi dall’atmosfera frizzante degli ormai “old good days”.
La fase di liquidazione
Le bolle liquidano la “ricchezza” illusoria che hanno generato quando scoppiano, ed in quel momento la falsa “prosperità” si dissolve nell’aria tornando da dove è venuta. L’unica fonte di vera prosperità sono i miglioramenti della produttività che generano più beni e servizi con minori apporti di capitale, lavoro, materiali ed energia.
Quindi eccoci qui: le bolle globali delle attività di credito stanno scoppiando e l’illusoria “prosperità” generata dalle bolle sta per precipitare da un dirupo. La settimana da $ 20.000 nell’elegante resort è stata divertente, così come il pranzo da $ 80 per due (due toast con avocado e due bevande) ma, purtroppo, era tutto falso, fasullo, una frode.
Aumentare di cinque volte la valutazione di un bungalow non migliora in realtà la sua produttività né crea nuovi beni e servizi. Ha solo aumentato i prezzi e le tasse sulla proprietà, ma nei fatti non ha creato alcuna vera ricchezza.
Purtroppo, l’ordine naturale – e sano – dei mercati è il ritorno alla media con il crollo di tutto ciò che è insostenibile. Ciò include manie speculative, bolle da credito, bolle di asset e proiezioni di espansione infinita di margini, profitti, vendite, consumi, entrate fiscali e tutto il resto che potete immaginare sotto la luce del sole.
La psicologia del collasso
C’è un percorso psicologico, ormai logoro, nel processo di collasso delle bolle. Questo percorso ricalca più o meno le fasi Kubler-Ross di negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione, sebbene lo slancio della frenesia speculativa comporti dimostrazioni estese di arroganza ed eccessiva sicurezza, cioè la prima oscillazione “deve essere il fondo”. Ci sono poi, di seguito, anche ripetuti picchi di false speranze secondo cui “il fondo è ormai stato toccato” e la bolla sta iniziando a rigonfiarsi. Questo schema si ripete fino a quando la febbre speculativa finalmente cessa e tutti coloro che scommettono su una ripresa della mania delle bolle alla fine si arrendono.
Questo processo spesso richiede all’incirca lo stesso tempo necessario perché la bolla mania diventasse onnipresente: se ci sono voluti circa 2 anni e mezzo perché la bolla si espandesse, ci vorranno all’incirca 2 anni e mezzo perché la bolla scoppi e il mercato ritorni al suo livello pre-bolla. Ancora una volta è comunque possibile sentire, trasmesse spesso dai media, affermazioni dal suono ragionevole utilizzate per supportare le previsioni di un aumento senza fine delle valutazioni delle azioni.
Ciò che non è veramente cambiato è che gli umani eseguono ancora, ripetutamente, un processo (per la maggior parte emozionale) guidato dal “Wetware 1.0” (l’hardware e software “immateriali” inseriti ed integrati nel corpo umano), che ha impostazioni predefinite per gli estremi (appunto) delle emozioni: in particolare l’euforia maniacale, la corsa in mandria (nota anche come FOMO, paura di perdersi qualcosa) ed, alla fine, il panico/paura.
Nonostante tutte le assicurazioni contrarie, tutte le bolle scoppiano perché si basano sulle emozioni umane. Cerchiamo di razionalizzarle invocando il mondo reale, ma la realtà è che le manie speculative sono manifestazioni delle emozioni umane e il feedback della corsa in branco di animali sociali. Insomma, la strada verso il fondo è lunga, ma in realtà non ci vorrà così tanto quanto molti sembrano pensare.
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