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Elly Schlein: nient’altro che un’abile strategia di marketing


31 Mar , 2023|
| 2023 | Sassi nello stagno

Carlo Rovelli, in un’intervista rilasciata a Piazza Pulita il 9 marzo 2023, interrogato sulla nuova Segretaria del PD, Elly Schlein, ha risposto: “avevo scritto un articolo tempo fa in cui dicevo che avrei votato un partito che fosse serenamente impegnato in tre cose: disuguaglianza; crisi ecologica e contro la guerra. Se fa queste cose io la voto, lei o un altro partito.”

Con la capacità di sintesi che solo gli scienziati di alto livello sanno esprimere, Rovelli è riuscito a condensare in poche parole quelli che sono i tre antagonismi fondamentali dell’attuale sistema politico-economico. L’impresa acquista ancor più valore alla luce del fatto che, senza dare alcun giudizio di merito sulla Schlein, il fisico veneto fa trapelare un’evidente perplessità in merito al successo della nuova Segretaria del PD in questa azione di contrasto.

Dubbi che risultano evidenti dalle dichiarazioni della stessa Schlein e da un più attento esame degli antagonismi sottolineati da Rovelli. Il primo di questi, le disuguaglianze, siano esse intese come regionali, nazionali, continentali e/o mondiali, sono una inevitabile conseguenza del sistema economico in auge ormai da oltre tre secoli. Lo si chiami Capitalismo, Liberismo, Neoliberismo o Mercatismo fa poca differenza, solo tecnicismi diversi che perseguono lo stesso fine: la Crescita economica. Questa, per mezzo di misteriose mani invisibili, di improbabili provvidenze e mai visti “trickle-down”, dovrebbe ridistribuire “la ricchezza delle nazioni” in un flusso verticistico dall’alto verso il basso.

Purtroppo però questo flusso inficerebbe lo stesso processo di crescita che, per perpetrarsi all’infinito, necessita dell’accumulazione e della concentrazione del capitale, finalizzata a maggiori investimenti. Allo stesso tempo per incrementare “la ricchezza delle nazioni”, oltre ai capitali precedentemente accumulati per sostenere nuovi investimenti, è necessario adeguare i modi di produzione al nuovo contesto globalizzato secondo quei sistemi che consentono  di  accrescere il “margine di profitto”. Questo avviene tramite la delocalizzazione della produzione e la finanziarizzazione dell’economia. Elementi che alimentano le disuguaglianze in tutte le loro formule.

L’unica via di uscita per una forza politica di sinistra sarebbe quella di porsi “l’obiettivo della critica radicale al sistema capitalista, ridando spazio alla politica e alla programmazione, … È bene che la sinistra assuma coraggio e responsabilità per operare una critica al sistema nel complesso e si smarchi definitivamente dall’angolo in cui l’hanno relegata le sirene del neoliberalismo.” (Fabrizio Venafro – volerelaluna.it-che-fare-21/03/2023-la-sinistra-e-la-critica-necessaria-del-capitalismo).

In proposito Elly Schlein è stata piuttosto chiara: “Per raggiungere questo obiettivo [abbattere le disuguaglianze], Schlein ha proposto di «voltare nettamente pagina dopo gli errori del “Jobs Act”» voluto dal governo Renzi (in seguito al quale la stessa Schlein ha lasciato il Pd nel 2016) e contrastare la precarietà limitando i contratti a termine, abolendo gli stage gratuiti e introducendo il salario minimo. La mozione della nuova segretaria afferma che è «tempo di sperimentare la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario» e di introdurre in Italia la settimana lavorativa di quattro giorni. (pagellapolitica.it/articoli/programma-elly-schlein-pd).

In sostanza oltre ai vuoti discorsi propagandistici, la Schlein non va oltre i soliti mantra keynesiani della pseudo sinistra liberista: ridistribuzione della ricchezza prodotta dal sistema capitalista, lotta alla precarietà, tassazione progressiva (ma solo per le persone fisiche), le piccole e medie imprese (quelle ancora non fagocitate dalle grandi aziende) vanno facilitate nella “transizione ecologica”. Non una parola di critica nei confronti del Sistema neoliberista che rimane centrale per la produzione di quella ricchezza che dovrebbe poi essere ridistribuita mediante un “welfare universale”. Come se fosse possibile togliere il capitale dalle mani di chi lo detiene, per poi suddividerlo equamente all’intera umanità dando pari opportunità al mondo intero. La ricchezza può essere distribuita solo se nasce tale.

Il secondo antagonismo “la crisi ecologica” è anch’esso una diretta conseguenza del sistema economico neoliberista. Inutile dilungarsi in questa sede sullo stato di avanzamento dell’Antropocene e sulle palesi responsabilità degli attuali “modi di produzione” sul disastro ambientale in corso. Responsabilità ormai evidenti a tutti tranne che a un manipolo di negazionisti trumpiani. La questione è come intende risolvere tale crisi la nuova Segretaria del sedicente partito della sinistra italiana? “Nel suo primo discorso dopo la vittoria, Schlein ha detto che il suo partito «sarà al fianco di chi lotta per la giustizia climatica» e lavorerà per «una vera e profonda conversione ecologica». Nella sua carriera politica la nuova segretaria del Partito democratico si è spesso occupata della questione ambientale: per esempio durante la sua vicepresidenza della Regione Emilia-Romagna, terminata a novembre 2022, Schlein ha ottenuto la delega alla Transizione ecologica. Nella sua mozione congressuale, intitolata “Parte da noi!”, Schlein ha dato ampio spazio alla transizione verso forme di energia più sostenibili, proponendo una serie di iniziative: stabilizzare e potenziare il Fondo italiano per il clima, un fondo istituito dalla legge di Bilancio per il 2022 che investiva circa 4 miliardi di euro nell’ambito della sostenibilità ambientale; attuare una “legge sul clima” «che accompagni con investimenti e risorse ogni settore del sistema economico»; proporre nuove politiche industriali che puntino sull’innovazione; investire sulle fonti rinnovabili; introdurre in Italia una legge sul consumo di suolo e una nuova legislazione urbanistica.” (pagellapolitica.it/articoli/programma-elly-schlein-pd).

Anche in questo caso lungi dall’entrare nel merito del modo di produzione neoliberista come causa della crisi ambientale, Elly Schlein si rifà al modello trito e ritrito della transizione ecologica e dello Sviluppo sostenibile. Certo risulta difficile credere che qualcosa possa cambiare se il programma politico del nuovo PD prevede di curare la malattia dell’inquinamento con la stessa causa che l’ha generata, la creazione della “ricchezza delle nazioni”.

Infine sul terzo antagonismo, la guerra, anch’essa diretta conseguenza del bisogno neoliberista di conquistare nuove colonie e di appropriarsi di ulteriori risorse, la prima Segretaria donna del PD è stata chiarissima: “Aiuti e armi all’Ucraina, ma la sinistra deve ricercare la pace” (www.lastampa.it/politica-06-03-2023). Non una parola viene pronunciata sulle responsabilità occidentali del conflitto, La Schlein fa riferimento solo a un “pace giusta”, non fondata sul confronto delle diverse posizioni ma solo sul ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Nessun menzione viene fatta in merito alla proposta di pace cinese, l’unica finora in campo, lasciando poche speranze al popolo della sinistra riguardo anche solo alla proposta di una tregua.

Oltre ai tre antagonismi evidenziati da Rovelli, ad avere poche speranze di realizzazione è anche un altro tema, che dovrebbero essere caro alla Sinistra: la tenuta della democrazia. Il lobbismo, l’abbandono dei territori, il distacco sempre più profondo tra cittadinanza e politica, tipici della post-democrazia hanno decretato la prematura scomparsa della sovranità popolare. Anche su questo punto non è mancata chiarezza in merito alla volontà di non cambiare nulla: “Non vogliamo più vedere irregolarità sui tesseramenti, non vogliamo più vedere capibastone e cacicchi (capo tribù, accaparratore di potere ndr) vari. Su questo dovremo lavorare tanto insieme, ne va della credibilità del Pd, su cui non sono disposta a cedere di un millimetro”. “Sarò la segretaria di tutti, anche di chi non mi ha sostenuto”, assicura Schlein prima di proporre ufficialmente Bonaccini come presidente del partito. Una scelta all’insegna dell’unità e della mediazione. La sua sarà una leadership di comunità, promette. “Non ho mai creduto in una donna sola al comando”. (www.quotidiano.net-politica-assemblea-nazionale-pd-). Il nuovo che avanza!

Fiore all’occhiello del programma politico del nuovo PD è la battaglia per i diritti, come ha proclamato la Schlein: “Saremo il partito dei diritti” (www.lafionda.org-7-3-2023-saremo-il-partito-dei-diritti). Ora sarebbe bello capire a quali diritti si riferisse. Tra pandemia e guerra il PD è stato promotore dello scempio della Costituzione Italiana e della sospensione dei diritti umani, civili e sociali di un’ampia fetta della cittadinanza. Il “Ripudio della guerra” è stato trasformato in una leggera avversione facilmente curabile con “Tachipirina e vigile attesa”, mentre l’obbligo di un vaccino che non immunizza è stato reputato giusto in nome di una scienza dogmatica in palese conflitto di interesse e succube della politica. Nessuna distanza in merito è stata posta tra la vecchia gestione del partito e la nuova. Alcuna ammissione di colpa è stata registrata in proposito, nonostante le evidenze scientifiche e le indagini in corso abbiano rivelato come la gestione della pandemia sia stata a dir poco compromettente.

Fattore questo che lascia facilmente intendere una imperitura “fedeltà alla linea”, tutt’altro che rivoluzionaria, dettata prima da Zingaretti e poi da Letta. Ora parlare di diritti riferendosi esclusivamente alla comunità LGBTQ+ o ai migranti che affogano nel Mediterraneo appare piuttosto limitato per un partito che pretende di spostarsi a Sinistra. Se poi questa strenua difesa dei diritti ignora i lavoratori, vincolandoli al possesso di una tessera verde e appoggiando l’arresto di quei pochi sindacalisti scesi in campo per difenderli, tende a deviare verso destra la proposta politica. Proposta che non risolve nulla anche rispetto ai diritti dei migranti, che vedono garantito il mantenimento della “linea” Minniti, con il finanziamento di quegli stati, quelle milizie e quelle sedicenti guardie costiere che, in cambio di fondi, praticano lo sterminio prima dell’imbarco. Appare anche ridicolo parlare di diritti dei migranti perpetrando le politiche neocolonialiste di appropriazione delle risorse africane per mezzo della corruzione. A ben guardare non si salva neanche la comunità LGBTQ+, i cui diritti vengono tutelati solo a condizione del possesso di una tessera verde, di non essere “lavoratore” e/o “migrante” e soprattutto di aderire alla “linea” neoliberista, senza comprendere che i distinguo all’interno di una minoranza rendono élite coloro che vengono “distinti”.

Infine, appare poco credibile anche la netta presa di posizione in merito alla Sanità assunta dalla Schlein nel discorso congressuale: “Saremo qui a fare le barricate contro ogni taglio o privatizzazione della sanità pubblica e universalistica. Perché stanno già tagliando i servizi alle persone. Quando una manovra non mette un euro in più sulla sanità a fronte di un’inflazione così alta, non è una scelta neutra, stanno già tagliando i servizi alle persone”. (www.quotidianosanita.it-governo-e-parlamento). Come si può credere a chi sostiene una “sanità pubblica e universalistica” senza criticare lo sperpero di miliardi di euro per dosi di vaccino scadute e non più necessarie operato dai suoi attuali compagni di partito. Compagni da cui ha ricevuto endorsement, complimenti e adesioni a cominciare dall’ex ministro Speranza, indagato per la sua almeno discutibile gestione della pandemia.

Conduzione che appare addirittura delirante se si esamina la distrazione di fondi verso il settore privato. Fattore questo che risulta essere la causa principale, e probabilmente finale, del processo di privatizzazione della Sanità pubblica. Riduzioni di personale e di fondi alla ricerca pubblica e ai servizi, sospensioni e demansionamenti discriminatori sono stati completamente dimenticati. Una politica di partito che, con i governi Monti, Letta, Renzi e Draghi, ha visto realizzare la maggiore devastazione del Servizio Sanitario dalla sua nascita non è, secondo la nuova Segretaria, meritevole di nessuna ammenda e/o presentazione di pubbliche scuse. Cali un velo pietoso sul massacro e sulla sostanziale privatizzazione della Scuola pubblica.

Nonostante le “evidenze scientifiche” che attestano l’assenza di qualsiasi possibile “deriva” a Sinistra, il popolo socialista, più volte tradito dal partito, continua a sperare. Al grido di “lasciamola lavorare” si fa trascinare per l’ennesima volta nel vortice fintamente progressista del neoliberismo. Con il supporto di sondaggi che, non tenendo conto del sempre crescente fenomeno dell’astensionismo, danno in risalita il PD e di campagne mediatiche in bilico tra la farsa e la “bufala”, si cerca di costruire una credibilità che a fatica risulterebbe attendibile anche all’interno di una saga fantasy. Nella realtà siamo, però, di fronte solo ad un’abile strategia di marketing che, rivoluzionando il packaging, tende a rifilare lo stesso prodotto scadente a un prezzo maggiorato.

E la sinistra, quella vera, continua ad affondare nelle sabbie mobili di un’inesistente proposta politica alternativa.

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