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Julian Assange: colpirne uno per educarne cento


23 Set , 2023|
| 2023 | Terza Pagina

Giornalista, attivista, oggetto di persecuzione giudiziaria, prigioniero politico: tutto questo è Julian Assange, un campione del giornalismo d’inchiesta, detenuto in base a pretesti e menzogne che disonorano il sistema liberal-democratico di quattro grandi Paesi: Svezia, Uk, Usa, Australia.

La sua colpa è quella di aver disvelato, con il sito WikilLeaks, l’orrore delle guerre e i programmi di sorveglianza di massa promossi dall’impero statunitense e dai suoi alleati. Per questo motivo si trova gettato in prigione, subendo quella che il Relatore dell’ONU su trattamenti inumani e degradanti ha definito chiaramente come tortura.

Dalla pubblicazione di documenti segreti che provano i crimini di guerra di diverse nazioni, Stati Uniti in testa, allo stato di rifugiato politico presso l’Ambasciata dell’Ecuador a Londra, fino all’arresto e alla detenzione nel carcere inglese di massima sicurezza di Belmarsh: questa è la storia di Julian Assange che da 12 anni non vede la luce del sole. Nel frattempo, nonostante le più svariate proteste e i numerosi appelli a suo favore, il Tribunale inglese ha autorizzato formalmente l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti, dove l’attende il carcere a vita.

Nel suo caso non c’è solo una battaglia sacrosanta a tutela della dignità della persona, ma la difesa di un’idea di giornalismo di denuncia libero e coraggioso. Con Assange si può difatti parlare veramente di giornalismo di inchiesta, dove per inchiesta non si intende l’informazione telecomandata, conformista, protetta e interessata della maggior parte dei pennivendoli nostrani, ma il tentativo di disvelare ciò che viene colpevolmente nascosto o rimosso, partendo da una sana attitudine critica verso il racconto ufficiale promosso dalle agenzie di stampa del potere.

Ma denunciare il caso Assange è anche l’occasione per smascherare la grande ipocrisia dell’Occidente a trazione statunitense, che invoca i diritti di libertà come arma di lotta geopolitica contro i suoi nemici, per poi subito dimenticarsene quando si tratta di limitare la libertà di informazione nei modi più diversi: da quelli più subdoli e indiretti a quelli più apertamente violenti e sfacciati. Ad Assange è stato riservato il trattamento peggiore. D’altra parte più in alto e in profondità si va nelle denunce, più severa è la punizione e i mezzi di ricatto adottati. Appunto: colpirne uno per educarne (meglio: intimorirne) cento.

A questa battaglia di civiltà è dedicato lo spettacolo di Alessandro Di Battista, che ripercorre le incredibili vicende del fondatore del sito WikiLeaks, incarcerato per il solo fatto di credere fortemente nella missione del giornalismo, che è quella di fornire notizie, anche quelle più scomode e sgradite alle nuove vestali fanatiche del complesso militare-finanziario occidentale.

Dopo i primi appuntamenti romani di giugno, le prossime date sono le seguenti: Mercoledì 4 e giovedì 5 ottobre, ore 20.00, al Teatro Menotti di MILANO.

Mi raccomando: accorrete numerosi!




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