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Questione Italia e questione Roma: cambiare rotta si può e si deve!
Una bella e partecipata manifestazione ha sfilato lo scorso 7 ottobre a Roma contro le politiche del Governo a guida Meloni.
Molto positivo il contributo portato dalle molteplici realtà sociali e dalle numerose sigle sindacali presenti tra le fila del corteo, tra queste la CGIL che in passato è stata rimproverata di essere troppo remissiva verso le politiche del lavoro perseguite dai governi di centro sinistra.
Ricordare cosa è accaduto in passato dovrebbe impedire di commettere gli stessi errori nel presente e nel futuro. Per questa ragione sarebbe necessario che le stesse forze che si sono giustamente animate contro il Governo Meloni si scagliassero contro il governo cittadino di Roma che, su temi fondamentali quali ad esempio la gestione del patrimonio pubblico e dei rifiuti, persegue le stesse politiche della destra.
Per dirla come il segretario Landini, siamo stanchi di governi che si definiscono di centro-sinistra o centro-destra per poi agire nel medesimo modo.
Questo è ciò che accade anche a Roma e il tema della gestione del patrimonio pubblico ne è un esempio emblematico.
Durante l’estate appena trascorsa, le agenzie stampa hanno annunciato la nascita di “Roma Regeneration”, una fondazione che ha come obiettivo lo sviluppo sostenibile della città.
I promotori di questa iniziativa sono la DeA Capital Real Estate Sgr, Investire Sgr e Fabrica Immobiliare Sgr, realtà ben conosciute nella città di Roma dalle associazioni di inquilini che ne conoscono intenzioni e criticità nel quadro di operazioni di speculazione immobiliare e consumazione del suolo.
Scopo annunciato della Fondazione è quello di “contribuire a creare una prospettiva nuova per la città” e nello specifico supportare la Capitale nella crescita e nella promozione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
L’operazione è stata presentata come un “Think tank lab” aperto a tutti i soggetti che vogliono sostenere Roma nelle sfide future. Ad una prima analisi, appare l’ennesimo contenitore vuoto creato più per aggregare consenso intorno ad interessi specifici che ad avviare reali processi di partecipazione e trasformazione della città. Immediata ed entusiastica, invece, la reazione dell’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia che ha dichiarato: “La nascita della Fondazione Roma Regeneration potrà dare un importante contributo allo studio della rigenerazione urbana della nostra città. In questi mesi ho avuto più volte l’occasione di incontrare le tre Sgr che hanno dato vita a questa iniziativa e ci siamo confrontati molto su questa proposta e su come costruire una collaborazione con l’Amministrazione capitolina”.
Solo l’Unione Inquilini ha risposto alle dichiarazioni dell’assessore evidenziando come l’intera operazione si caratterizza come un segnale di ‘zerbinaggio’ urbanistico nei confronti dei poteri forti della città, poiché è noto che dietro alle tre grandi Sgr ci sono importanti immobiliaristi che intendono assumere una posizione centrale sulla rigenerazione urbana di Roma e che il Comune non vede l’ora di affidargliela.
Dunque, riguardo al futuro della città ed alla sua rigenerazione, la giunta capitolina, invece di creare spazi di condivisione e ascolto con chi la città la vive, e spesso subisce, coinvolgendo professionisti del settore quali urbanisti, associazioni, movimenti, sindacati, preferisce “dialogare” direttamente ed esclusivamente con i grandi immobiliaristi.
Purtroppo, non c’è stata nessuna reazione da parte degli altri sindacati o dalle forze di sinistra che sostengono il Sindaco Gualtieri.
La situazione è molto simile, forse anche peggiore, quando si parla di un tema fondamentale come quello dell’ambiente. È cosa nota che, in contrasto con il programma elettorale e senza alcun confronto con la città, che anzi viene volutamente evitato così come viene silenziato il dissenso, il Sindaco e la sua maggioranza stanno portando avanti il progetto di costruire un mega impianto di incenerimento a Santa Palomba, periferia già multiproblematica priva di qualsivoglia servizio pubblico. Questa decisione appare in netta controtendenza rispetto a quanto accade nel resto del mondo, dove si sta optando per la chiusura di questi impianti privilegiando soluzioni a basso impatto ambientale. La stessa Unione Europea pone l’incenerimento dei rifiuti all’ultimo posto della gerarchia dello smaltimento, solo prima della discarica.
Per ben comprendere la situazione politica che si sta delineando nella Capitale, è utile ricordare che il Sindaco Gualtieri si è recato dal Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, appena insediato, per assicurarsi il suo benestare verso questa grande opera. Ciò dimostra la continuità di vedute e scelte tra destra e sinistra su temi fondamentali. Inoltre, in seguito a palesi tentennamenti da parte dei vertici regionali, l’assessora Alfonsi ha pubblicamente asserito che il mandato del Sindaco per la costruzione dell’inceneritore è governativo e quindi non ostacolabile a livello regionale, creando di fatto un ulteriore raccordo con le politiche del Governo Meloni.
In questo contesto c’è anche da interrogarsi su quale sia il ruolo che svolgono le forze alla sinistra del PD, vale a dire Sinistra Italiana e Sinistra Civica Ecologista oltre alla lista Roma Futura. Il quadro ci consegna una sinistra pavida, silente e pressoché ininfluente rispetto alle questioni che riguardano la città e il benessere delle cittadine e dei cittadini romani. Eppure, tutte queste forze insieme potrebbero spostare i numeri dell’assemblea capitolina verso percorsi conformi a quanto dichiarato in campagna elettorale. Assistiamo, piuttosto, ai giochi di potere e alle scaramucce di una sinistra più interessata a spartirsi quel che resta della città che a difendere gli interessi dei romani.
Il tutto stride ancor di più se si pensa al composito spazio di sigle a sinistra del PD che, ora che sono al governo della città, non si differenziano nelle scelte dall’alleato maggioritario; il massimo che gli eletti riescono a fare è uscire dall’aula durante le votazioni su temi controversi. In occasione delle tornate elettorali, invece, provano a smarcarsi dall’ingombro centrista del PD, lo confermano le iniziative che si stanno susseguendo in vista delle prossime elezioni europee e che vedono un grande fermento di proposte e iniziative che promettono scelte di sinistra.
Alle questioni succitate, si affiancano le problematiche relative agli alti livelli di inquinamento, alla grave precarietà abitativa e agli enormi problemi di viabilità che caratterizzano la Capitale.
Assistiamo, altresì, alla costante vessazione di quelle realtà che negli anni hanno contribuito alla tenuta sociale, alla crescita culturale e alla costruzione di legami mutualistici e solidaristici che rappresentano la ricchezza e, spesso, la salvezza di tanti territori. Realtà che agiscono da presidi di socialità e prossimità alle quali vengono chieste ingenti somme di denaro che di fatto ne decretano la chiusura, sottraendo ulteriori luoghi di partecipazione alla cittadinanza.
Occorre recuperare, prima che sia troppo tardi, una visione di città che sia più vivibile nel presente e sostenibile per il futuro, ridando centralità al benessere delle persone e non al profitto.
Non si possono ignorare, ad esempio, le 15 famiglie che vengono quotidianamente sfrattate e non ricevono alcuna assistenza o le oltre 15.000 famiglie in attesa di casa popolare.
Per questa ragione la chiamata alla piazza contro il Governo nazionale, mentre in città si portano avanti politiche nefaste, rischia di essere un boomerang oltre che un’operazione politica monca e priva di credibilità. Se non si recupera uno spirito solidaristico che sia al di fuori di logiche spartitorie, le conseguenze saranno quelle di portare ulteriore campo politico alla destra, che continuerebbe a fare le cose che sta facendo il centro-sinistra.
Appare evidente che devono essere approntate soluzioni possibili e urgenti che abbiano una visione ad ampio raggio. Numerose sono le situazioni in cui si potrebbe intervenire, partendo dal ricostruire quel rapporto con la cittadinanza che si è perso negli anni e che ha creato un profondo scollamento tra la vita delle persone e chi governa a livello cittadino.
Ad esempio, il tema abitativo deve essere affrontato con la costruzione di nuova edilizia popolare, come si sta facendo in altre capitali, Londra in primis dove “si costruiscono alloggi popolari più che negli anni ’70”, come ha sottolineato il suo Sindaco.
I cittadini che si oppongono all’inceneritore devono essere ascoltati e insieme a loro va trovata una soluzione adeguata, sulla base di quanto promesso in campagna elettorale.
Occorre, inoltre, tutelare il patrimonio pubblico da speculazioni privatistiche dando un ruolo centrale all’associazionismo che si è preso cura e si prende cura dei beni pubblici nell’ interesse della città, garantendo anche trasparenza nei processi di assegnazione.
Insomma, occorre ripartire dal principio solidaristico che è alla base anche della nostra Costituzione per non lasciare indietro nessuno e per rendere la città più vivibile.
Serve però che l’amministrazione lo capisca e agisca di conseguenza, se così non dovesse essere, l’unica soluzione sarà scendere in piazza a far sentire la propria voce, esattamente come si chiede di fare contro l’attuale Governo di destra.
Ridurre il piano politico solo ed esclusivamente alla lotta alla destra del governo nazionale depotenzia tutto l’agire politico e non fa che accrescere il consenso delle destre stesse.
I cittadini e le cittadine di Roma sono ormai ben consapevoli dell’assenza di processi democratici in città e delle ulteriori regalie ai privati in atto, continuare ad ignorare questa richiesta di partecipazione e condivisone delle scelte non è affatto una buona idea per le sedicenti forze del centro-sinistra capitolino.
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