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Elezioni?


11 Giu , 2024|
| 2024 | Voci

Mi sgomenta la politica, non mi riesce di appartenere a alcun partito. La sinistra, che pure mi ha formato, la sinistra extraparlamentare prima; qualche minuscolo partito che prendeva lo zero virgola zero, zero, uno alle elezioni poi, adesso non riesce a trovare in me una fede. Per la politica ci vuole fede, come per la religione. Voterei solo per Alessandro Di Battista, semmai decidesse di candidarsi (ovunque), poiché porta avanti lotte coraggiose: quella per la libertà del popolo Palestinese in primo luogo, quella per la libertà di Assange, e molte altre di cui non si parla più, perché passano di moda; come se una guerra fuori dagli schermi non fosse più una guerra, e non facesse più morti, feriti, mutilati: bambini, famiglie dilaniate, donne stuprate. Nulla. Fuori dagli schermi non esisti. Sono felice della scarcerazione di Ilaria Salis ma, anche in questo caso, voglio sapere quante altre ingiuste carcerazioni sono occultate al nostro sguardo. 

Non sono andata a votare, avrei votato forse per Santoro, ma non riesco più a pensare al meno peggio, alla strategia per scacciare i fascisti. Non riesco. Non più. La politica è diventata per me il rapporto che ho con gli altri, il rispetto di ogni essere umano. A malapena conosco i nomi di chi ci governa, non m’interessano, non voglio possano mai interessarmi, li trovo spregevoli e immondi, come tutto ciò che attiene al potere. Cambia il nome, resta il meccanismo: l’assenza di lavoro, il lavoro non pagato che fa curriculum a vita – nel senso che resti a lavorare non pagato a vita -, la questione migranti – per lo più messa sul piano di persone da smerciare da una parte o dall’altra (quando ancora si voglia realmente considerarle persone, perché per lo più sono considerate capitale umano – a sinistra – o, peggio, gente inutile da sopprimere – a destra); la questione geopolitica internazionale, che coincide ormai unicamente con la questione finanziaria. Il mondo è un’azienda, la politica è il suo profeta, la sua moneta è virtuale. Chi ci governa vive in cielo. A noi è data la lotta nel fango. La psichiatria ha preso il posto della polizia: foucaultianamente, siamo tutti pazienti psichiatrici di un unico ospedale chiamato mondo; diviso per diagnosi, codici di identificazione, carte prepagate, conti in banca, monete virtuali. Ho scritto un libro su questa storia, nessuno l’avrebbe pubblicato per ragioni politiche. L’ho pubblicato in rete, si può trovare qui: 

https://romanzionlinefree.blogspot.com/2021/11/terrafelice.html?m=1

Al di là di tutto, non riesco a affidarmi a nessuno. Resto anarchica nel mio sfuggire a ogni partito, a ogni falsificazione della realtà esistente, resto antifascista e anticapitalista, senza più l’utopia di poter cambiare nulla, perché in nulla vedo l’alternativa al tracollo definitivo di ogni umano valore. Mi preme solo kantianamente comportarmi in modo tale da non usare mai l’altro come un mezzo, ma considerarlo sempre come un fine. Abbiamo da tempo celebrato i funerali dell’uomo; come Nietzsche celebrava quelli di Dio. In cosa credere? Nei pochi rimasti a danzare sulle rovine, per usare un’espressione cara all’amico sociologo Vincenzo Susca, sperando – dopo il radicale disincanto – in un reincanto del mondo, per usare un’espressione cara al sociologo e filosofo Michel Maffesoli, che pure è stato mio professore alla Sorbonne nel 2011.

Oggi non credo in alcuna formazione politica, ma in singoli esseri umani che sento di sostenere nella loro scelta di individui disobbedienti (non necessariamente in senso negriano), per lo più in senso sacro. Laddove il sacro è il non vendibile. Resto fuori dal recinto della società civile, con Antigone. 

Di:

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