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Quando la “Foresta” si trasforma in una “Giungla”


15 Giu , 2024|
| 2024 | Sport

La notizia di Greenwood che è ad un passo dalla Juventus ha fatto precipitare noti giornalisti come Massimo Marianella a commentare il caso, affermando che è stato assolto e quindi ingiustamente incarcerato. Questo è falso. Greenwood è stato scarcerato perché la sua compagna ha ritirato la denuncia, non perché il fatto non fosse reale. I video girati dalla compagna e poi pubblicati su Instagram non sono mai stati messi in discussione in termini di veridicità. Greenwood stesso ha ammesso le sue colpe ed era pronto ad affrontare le conseguenze delle sue azioni violente contro la compagna. Il calciatore è stato scagionato nel febbraio del 2023 dopo che la compagna ha ritirato le accuse. A luglio dello stesso anno, i due hanno avuto un figlio. Questi sono i fatti.

Il dovere di chi gestisce la comunicazione è raccontare i fatti in modo corretto, senza inventare. Le decisioni delle società di ingaggiare un calciatore che ha commesso violenze contro la propria compagna dovrebbero essere contestate umanamente. Bisogna evitare che certe dinamiche si ripetano, che si tratti di violenza di genere o di comportamenti razzisti da parte di giocatori e tifosi. Le società dovrebbero fare più attenzione alle decisioni che prendono, perché la comunicazione che ne deriva influisce sul dibattito e sul giudizio del pubblico.

Nonostante infatti ci sia un “finto” avanzamento verso i pari diritti nel campo calcistico e sportivo in generale, siamo ancora molto lontani dall’avere basi umane solide che dovrebbero caratterizzare una comunità sociale sana, sia essa espressa attraverso il calcio, un’azienda, una scuola, una comunità o una famiglia. Non si tratta solamente di omertà, ma di un vero e proprio ribaltamento delle vicende. Un esempio è il caso Acerbi, in cui molti razzisti hanno persino esultato per la sentenza a suo favore con lo slogan alla Dimarco: “sono cose di campo”.

Anche l’episodio della terna arbitrale femminile nella partita di Inter-Torino, nonostante non avesse effetti sul punteggio, è stato accolto con uno slogan che suggeriva “almeno di non subire un linciaggio mediatico” in caso di errori.

Tutto ciò fa emergere una retorica superficiale, utilizzata dai “fenomeni” della comunicazione per confondere le acque. In realtà, il calcio finge di promuovere valori dall’esterno, mentre all’interno continua a calpestarli costantemente.

In conclusione si spera che la Juventus rinunci all’acquisto di Greenwood per mandare un segnale forte, ma molto probabile sia una speranza vana. Resterà quindi da vedere chi avrà la meglio in questa battaglia mediatica il 25 novembre. Tuttavia è almeno nostro compito indignarci e denunciare con fermezza queste dinamiche per rendere lo sport più libero, equo e giusto socialmente.

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