La Fionda è anche su Telegram.
Clicca qui per entrare e rimanere aggiornato.
Lettera a Isabella Bignozzi

Cara Isabella, non ti nego di aver quasi timore a accostarmi alla tua opera, I bimbi nuotano forte (Arcipelago Itaca, 2024) che per profondità, eleganza, delicatezza è la più campiana di tutte le sillogi lette negli ultimi anni. Ritrovo difatti in te due stelle polari letterarie e filosofiche: Cristina Campo e Simone Weil. È la grazia a muovere la tua penna, “disegnami il viso di buio lentissimo” come a voler inclinare il capo nell’orizzonte del sogno, e aprirsi al varco degli inverni. Hai uno sguardo luminoso e dolce, la tua esile figura si muove con leggiadria, i tuoi capelli ricci, il tuo sorriso fanciullesco, ecco, ora, nella tua poesia rivedo la tua persona, coincidenti e sovrapposte. “Posami sul viso i petali delle correnti” come a lasciarsi trascinare dalle tempeste interiori, dai mari immaginari della mente, dal superare la mente nella visione. “Si alzano farfalle dai gusci rotti”, tutto è sospeso in uno scenario che svela poco per volta il segreto, “il punto vero in cui una rosa s’illumina/è il centro di un bagliore nero che/ripete la candela della mezzanotte”. La richiesta di essere corda tesa nella luce: “tu amore tendimi nella luce”, e cos’è l’amore se non accettare bergmanianamente un’assenza? Anche qui, ritrovo Simone Weil, quell’attesa di Dio come accettazione del vuoto, non riempito d’immaginazione, ma lasciato esistere in quanto assenza, dove “piegano all’orlo i giorni/a sommità d’incanto, nel rosso/fino a caderne, a caderci,/nell’iride bistrata della sera”. Sei cosciente, con la medesima levità dell’inesorabile scorrere del tempo, consapevole di ogni dolore; lo oltrepassi con la distanza dei mistici: una presenza attenta – attenzione weiliana – ma affinché sia una presenza benefica si manifesta nella distanza, in una coltre limpida di protezione celeste, se “delle rapide il fiume non si dà pena” solo l’eternamente arrischiante è “eletto al pericolo viso, reciso/anelito, altalena madre/a rive e ampiezze, come brezze/d’assolata domenica//che posino le onde nude d’oceano/pensandosi labbra, spurie risacche/cantilenando chiuse al non dire//cupa ed eterna l’innocenza”. Il candore, è questa la traccia da seguire; tu sembri seguire le orme dei giganti, ma rovesci la letteratura in vita, e ciò è immensità. Noi ti conosciamo mediante la letteratura, la poesia, il romanzo “Cantami o diva degli eroi le ombre” ispirato all’Iliade e all’interpretazione weiliana dell’Iliade in quanto poema della forza, ecco, da qui tu muovi lo sguardo, il sentire, invece, in poesia per un rovesciamento radicale della forza in innocenza, e il rovesciamento avviene mediante l’ombra. “È nel peso della mano, nel gesto rallentato/che abita il dolore”: quel dolore sfumato nello svanimento. La levità della tua parola si eleva dal dolore pur guardando la sua ombra, “conchiglia che schiude alla risacca/apre il ventre alla sabbia”. E alla bellezza dell’arte, alla condivisione dell’ eternità di questo gesto, di questa postura esistenziale si rivolge la tua voce: “vorrei i tuoi versi coricati/sulle vene delle rose/le cose che tu sei/mi soffiano via/la morte dal futuro”, per Francesca Serragnoli, in questi ultimi cinque versi accogli un’alterità, una sorella poetica, restituendole quell’inarrivabile potenza, che si tramuta in comunanza, cui solo un patto di sorellanza poetica può accedere. “Veglia nel Danubio dei mondi/una dimenticanza che infiora l’acqua/fa riserva di maremoti rossi, conosce/le lucentezze dei mancati autunni, il fiume”, sono immagini che slanciano a partire dall’interiorità una forza vitale ancora pregna di una delicatezza commovente. Immagini bibliche, estatiche, colme di dolore, ma che non si lasciano sedurre dal dolore per farne un’unica casa, perché tornano nella casa aperta, nell’Aperto, in un fiorire delle cose lontane e di quelle vicine, nella piena attenzione per l’esistenza tutta, che fa dell’umano una briciola, un accidente. Eppure, non si stanca mai la parte più umana di te, di oltrepassare l’iperletterario, di cui pure sei capace, per raggiungere il cuore, la nudità, il silenzio. E Chiedersi cosa sia la voce: “è questa creatura che disancora/l’inquieta alba di ogni dimora.” L’inquieta alba di ogni dimora: un tornare che non è mai un tornare al sicuro, è un tornare al volto dell’altro, alla cura, alla misericordia. È l’acqua l’elemento, il tema, insieme all’infanzia, che sia però un’infanzia di ritorno, un candore ritrovato dopo la catabasi: il percorso di un’anima attraverso tutti i gradi dell’esistenza, nello sguardo di tutte le angosce, le tentazioni, “se negli arabeschi delle tue reti/sua maestà il dolore sboccia in trono/ come una corolla rossa caldissima//del gorgo la punta verticale/va nella guglia del bianco e/prova la durata, toccando/tutte le lingue del crimine”. Nella prosa che chiude la silloge un paesaggio desolato come La terra desolata di Eliot, trasfigura memorie di lacrime e scheletri di pesce in notte altissima che s’apre “protetta da lealtà, cosa lucente e piana”, ma occorre giungerci mediante il calvario, non esiste altra via. Il riparo dal gelo – che è forse il gelo della vita di ogni giorno, ma anche il gelo di un mare divenuto ghiaccio dove il presente si cristallizza – va conquistato “nel bagliore marino, un chiaro d’alba, per ciò che ancora si può dire amore.” Ed è la lingua, questo arco teso tra la caduta e l’amore, la lingua sempre nuova di chi ha il compito di edificare palazzi, chiese, immensità sconfinate, celesti gemme mediante la parola. Tu hai questo dono, ogni tuo verso è l’apertura di un mondo.
La Fionda è una rivista di battaglia politico-culturale che non ha alle spalle finanziatori di alcun tipo. I pensieri espressi nelle pagine del cartaceo, sul blog online e sui nostri social sono il frutto di un dibattito interno aperto, libero e autonomo. Aprendo il sito de La Fionda non sarai mai tempestato di pubblicità e pop up invasivi, a tutto beneficio dei nostri lettori. Se apprezzi il nostro lavoro e vuoi aiutarci a crescere e migliorare, sia a livello di contenuti che di iniziative, hai la possibilità di cliccare qui di seguito e offrirci un contributo. Un grazie enorme da tutta la redazione!