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L’Europa tra Vance e Macron: la tempesta perfetta dell’irrilevanza


16 Feb , 2025|
| 2025 | Visioni

Doveva essere la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, si è rivelata la lezione a cielo aperto di J.D. Vance. Il vicepresidente americano, già noto per la sua vena populista e il suo stile da cowboy colto, ha deciso di prendere l’Europa per le orecchie e scuoterla. Ma non per darle un’idea di futuro, piuttosto per farle capire una cosa chiara: Washington ha già ottenuto quello che voleva dalla guerra in Ucraina e ora il Vecchio Continente può arrangiarsi.

Vance: “Gli americani hanno già vinto, ora tocca a voi pagare”

Mentre a Parigi Donald Trump lasciava intendere di voler risolvere la guerra con Putin a colpi di accordi diretti, Vance si presentava a Monaco per distribuire ceffoni diplomatici. Gli europei, ha detto, devono prendersi carico della loro stessa difesa, smettere di delegare a Washington ogni mossa e, soprattutto, devono smetterla di avere paura del loro stesso popolo. Non è la Russia il problema, non è la Cina, ma l’Europa stessa: “Non dovremmo temere i cittadini, anche quando esprimono opinioni in disaccordo con la leadership”. Un colpo secco alle élite europee, che da Bruxelles in giù amano presentarsi come difensori della democrazia, salvo poi spaventarsi ogni volta che questa si manifesta nelle urne in modo non conforme ai loro desideri.

Il messaggio è stato chiaro e cinico: l’America ha vinto. Ha separato l’Europa dalla Russia, venduto il suo gas a prezzo maggiorato, convinto gli alleati a spendere di più per la difesa e imposto il suo armamentario bellico con l’aiuto della Commissione europea. Ora però arriva la parte più divertente: tocca all’Europa raccogliere i cocci e farsi carico della “pace”. Tradotto: Trump e Vance hanno deciso che è il momento di mollare il cerino acceso in mano ai leader europei.

Macron: il solito show senza effetti speciali

Dall’altra parte del ring, Emmanuel Macron ha provato a rispondere con la sua solita combinazione di retorica e sovranismo europeista. Peccato che la sua narrazione suoni come un disco rotto. Già nel 2019 parlava di “morte cerebrale della Nato”, nel 2020 sognava un’Europa strategicamente autonoma, nel 2022 voleva rilanciare la sovranità continentale. E oggi? Oggi rispolvera il solito copione: “L’Europa può morire, tocca a noi agire”. Fantastico, peccato che il massimo risultato ottenuto da Parigi sia stato quello di aumentare un po’ la sua spesa militare, mentre il resto del continente continua a brancolare nel buio.

Macron si accorge ora che l’America agisce unilateralmente, come se il ritiro dall’Afghanistan e la fregatura dell’accordo Aukus fossero successi sotto Trump e non sotto Biden. Ora però è arrivato il momento dell’ennesima presa di coscienza: Trump 2.0 è esplicito nel dire agli europei che devono cavarsela da soli, e Macron risponde dicendo che sì, bisogna svegliarsi. Peccato che il risveglio non si traduca mai in azioni concrete.

Il re è nudo, e l’Europa è in mutande

La verità è che Vance ha messo a nudo il grande problema dell’Europa: l’irrilevanza. Mentre gli americani giocano a Risiko con la politica internazionale, qui si continua a fare discorsi sulla “sovranità europea” senza avere né una politica comune né un esercito autonomo. L’Ue è passata dall’essere un vassallo strategico degli Usa a essere uno spettatore pagante del proprio destino. Sconfitta ieri dalla guerra, sconfitta oggi dalla pace. E allora non serviranno fiumi di retorica per nascondere il fatto che, ancora una volta, l’Europa ha dimostrato di essere il nulla diplomatico.

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